Conte al Senato, oggi è il giorno della “conta” che potrebbe segnare i destini del suo secondo governo. Mentre i giochi sono ancora in corso, il presidente del Consiglio è arrivato a Palazzo Madama pochi minuti fa per il suo discorso davanti ai senatori. E le sue prime parole sono state una mezza sorpresa. Almeno, lo sono state, per chi non ha ancora ben capito a cosa mira davvero l’ormai ex “avvocato del popolo”.
Conte ha aperto il suo discorso al Senato omaggiando la tradizione riformista italiana, quella di sinistra. Ha ricordato Emanuele Macaluso, esponente del Pci che fu apripista dell’area riformista anche all’interno del più grande partito comunista d’occidente, morto oggi. Un omaggio, quello allo storico leader riformista del Pci e senatore per quattro legislature, che ai più attenti è suonato subito come un chiaro appello. Un chiaro messaggio ai pochi ma determinanti esponenti riformisti presenti in aula e al di fuori della maggioranza giallorossa.
Su tutti, gli esponenti di Italia Viva, che come ben sappiamo con la scissione dal più grande partito riformista attualmente presente nello scenario politico italiano, il Pd. Ma quello di Conte è un messaggio più ampio. Il “riformismo” come metodo per una buona politica, che il premier rivendica di aver utilizzato costantemente durante questa seconda esperienza a Palazzo Chigi.
E dunque il messaggio arriva oltre i confine degli ex Pd, anche ad esponenti riformisti che non arrivano dal partito ex comunista. Come il senatore socialista Riccardo Nencini, cooptato a suo tempo da Italia Viva, ma figlio di quel che fu il riformismo socialista dell’ultimo Psi, partito politico di cui Nencini è ancora segretario.
Emanuele Macaluso, parlamentare per quasi 30 anni, è stato anche giornalista e saggista, direttore del quotidiano L’Unità dal 1982 al 1986. Pensatore instancabile, Macaluso incarna bene l’anima, almeno quella più a sinistra, dei “costruttori”. Proprio quelli che Conte, e con lui buona parte del centro-sinistra italiano, invoca per sostenere una “buona politica riformista”. Quella, che nei progetti del premier, dovrebbe accompagnare il nostro martoriato Paese nella sua rinascita. >> Gli editoriali