Fase 2 Conte alla Camera: «Con riapertura totale terapie intensive sature». Si apre con un battibecco e sedute immediatamente sospesa la comunicazione urgente del premier Giuseppe Conte a Montecitorio. Conte è senza mascherina, ma i ministri presenti sono distanziati. Proteste rumorose da parte dell’opposizione, però, costringono la presidente a sospendere per un attimo la seduta. (segue dopo la foto)
Fase 2 Conte: «Il governo ha sempre compreso la gravità del momento»
Fin dall’inizio del suo intervento Conte ha difeso a spada tratta l’operato del suo governo nella crisi del Covid-19. In particolare, sulla parziale riapertura del 4 maggio che sta sollevando forti malumori, ha ribadito la necessità di seguire le indicazioni del comitato tecnico-scientifico sulle misure di contenimento. «Altrimenti l’epidemia riesploderebbe e le terapie intensive sarebbero sature in pochissimo tempo», ha detto. «L’indice R con 0 “ad oggi è tra lo 0,5 e lo 0,7. Se questo tasso tornasse ad alzarsi anche di poco si saturerebbero le terapie intensive entro fine dell’anno», ha ribadito Conte.
«Una premessa: il governo ha sempre compreso la gravità del momento» e nel fronteggiare l’emergenza Covid-19 ha scelto di «non procedere mai per via estemporanee, improvvisate o solitarie. Ha sempre considerato il bilanciamento dei valori coinvolti, interessi e diritti di rango costituzionale». Così il premier Giuseppe Conte, nell’informativa in aula alla Camera, tra il rumoreggiare dei deputati dell’opposizione.
Le scelte compiute sin qui, rivendica Conte, «sono state adottate alla fine di un ampia condivisione sia con i membri del governo, con i capi delegazione delle forze di maggioranza, ma anche con le parti sociali e i rappresentati degli enti territoriali», raccolto «in una cabina regia a cui io stesso ho preso parte. Anche il parlamento è
stato costantemente e doverosamente informato, come dimostra la mia presenza in questa Aula oggi e in varie occasioni». (segue dopo la foto)
«Le misure meno restrittive degli enti locali sono illegali»
In base a dei criteri scientifici, che il ministero della Salute emanerà nelle prossime ore, si potrà anche attuare «un differenziamento geografico» nell’allentamento delle misure anti-Covid, «ma guidato da precisi presupposti scientifici e non rimesso a improvvide iniziative di singoli enti locali. Voglio ricordare, nello spirito di collaborazione» che il governo ha avuto «con gli enti locali che iniziative che comportino un’allentamento delle misure restrittive» vigenti «non sono possibili, perché in contrasto» con le norme varate «quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime». Dopo questo passaggio del premier si sono levate forti proteste dai banchi dell’opposizione.
Poco prima Conte aveva ricordato come «il contenimento cauto del contagio è una misura necessaria, l’unica strada e principale strumento per ripartire al meglio senza dolorose e forse anche irrimediabili battute di arresto in futuro. La precauzione deve guidarci in questa fase. Un approccio incauto porterebbe a una recrudescenza del contagio».
«Al termine delle due settimane» successive al Dpcm che entrerà in vigore dal 4 maggio «avremo un quadro più chiaro e potremo valutare, senza azzardi, un ulteriore
allentamento delle misure contenitive», ha detto il premier. «Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere – ha ribadito – allenteremo ulteriormente le misure, assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona».
Il governo ha scelto la strada per «riavviare in sicurezza» il Paese, con il Dpcm che riapre «in modo graduale. Non è una scelta timida» ma improntata «alla prudenza, mobiliterà 4,5 mln di italiani. Sarà un test di fondamentale importanza per testare la tenuta del sistema». (segue dopo la foto)
Fase 2 Conte: «Atteggiamento ondivago pericolosissimo, non siamo usciti da pandemia»
«Ogni atteggiamento ondivago nel passare dal ‘chiudiamo tutto’ ad ‘apriamo tutto’ – ha detto Conte alla Camera – comporterebbe in maniera irreversibile» l’aumento dei contagi. «Il segnale di inversione dei contagi si è avuto solo grazie a rigide misure e a rischio di apparire impopolare, il governo non può assicurare il ritorno immediato alla
normalità della vita precedente, ci piacerebbe ma dobbiamo avere la consapevolezza che il virus sta continuando a circolare: abbiamo 105mila casi accertati senza contare casi asintomatici non accertati. Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti».
«Il governo non lascerà indietro nessuno»
«Il governo non lascerà indietro nessuno, non lo possiamo permettere, servono misure di protezione sociale» e si sta lavorando ad «erogazioni rapide per le nuove povertà». Così il premier Giuseppe Conte in un passaggio fondamentale del suo discorso oggi alla Camera.
Nel prossimo decreto legge, ha aggiunto il premier, sono previsti «25 miliardi a sostegno del reddito e 15 miliardi per le imprese». Sulle imprese, il premier spiega che è allo studio «uno schema di finanziamento a fondo perduto» per quelle piccole mentre per le medio-grandi «si studia la possibilità dell’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale». >> Tutte le notizie di politica italiana