La proposta è quella di istituire un “reddito di emergenza“. Sulla stessa lunghezza d’onda del reddito di cittadinanza fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, non andrebbe a modificarlo o sostituirlo. Sarebbe qualcosa di totalmente nuovo, che amplierebbe il bacino degli aventi diritto al bonus di 600 euro stanziato con il decreto Cura Italia. A conti fatti, si parla di ulteriori 6miliardi per circa 10milioni di lavoratori. E non finisce qui: il governo sta discutendo di rinnovare e allungare anche la Cassa integrazione dalle 9 settimane attuali fissate dal decreto Cura Italia fino almeno al 31 luglio, data ufficiale di termine dell’emergenza nazionale da coronavirus dichiarata con il decreto dello scorso 31 gennaio.
Coronavirus, si propone un reddito d’emergenza di 600 euro
Non solo più partite Iva, co.co.co., artigiani, commercianti, agricoli, stagionali e professionisti. Il bonus di 600 euro stanziato per aiutare una parte degli italiani ad affrontare l’emergenza causata dal coronavirus potrebbe essere indirizzato a una platea molto più ampia. Si parla di aggiungere tutta quella parte di lavoro precario, irregolare, intermittente. Ma anche badanti, babysitter e colf, figure che fino a questo momento non erano state considerate. Lo stesso varrebbe per i lavori stagionali entranti come bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici, le cui speranze di lavoro estivo sono fortemente compromesse. E poi ancora lo si vorrebbe ampliare ai lavoratori che hanno finito il sussidio di disoccupazione (Naspi o Discoll). Così anche a tutti coloro che hanno contratti a giorni, settimane o massimo qualche mese. Questo, secondo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, senza però andare a intaccare o sostituire l’attuale reddito di cittadinanza.
“Non è il momento di riformare uno strumento ordinario.- ha spiegato Gualtieri- Ma di far fronte a una situazione straordinaria. Bisogna erogare un aiuto a chi ne ha bisogno, perché non ha altri fonti di reddito ed è ancora fuori dai 600 euro. E farlo in modo ancora più rapido, efficace, universale, adeguato”. A questo proposito invece il M5S spinge affinché vengano riviste le condizioni di reddito e patrimonio previste dalla legge dello scorso anno, in modo da allargare il bacino dei riceventi. Con il decreto Cura Italia, tuttavia, sono già state sospese molte condizioni come l’obbligo per un percettore di reddito di cittadinanza di accettare una proposta di lavoro. E non solo: sono stati bloccati i navigator e i centri per l’impiego. L’idea di modificare la legge che ha istituito il reddito di cittadinanza e quota 100, quindi, sembra non abbia proprio sfiorato la mente del ministro Gualtieri.
Coronavirus, al vaglio una proposta che integrerebbe Cassa integrazione, Sea e Rem
Non è escluso inoltre che un aiuto in termini di risorse possa giungere dai fondi europei. Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano potrebbe convincere le regioni del Mezzogiorno a “prestare” per l’emergenza coronavirus circa 10 miliardi del settennio 2014-2020. Di questi, 2,5 miliardi verrebbero inseriti proprio nella spesa per il sostegno al reddito. I governatori del Sud, destinatari del 60% di quelle risorse, sarebbero ristorati in seguito tramite il Fondo Sviluppo e Coesione che conta ben 68 miliardi.
Infine, il governo sta valutando anche un progetto proposto dal Forum Disuguaglianze e Diversità dell’ex ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca e dell’Asvis dell’ex ministro e presidente Istat Enrico Giovannini, coordinato da Cristiano Gori, docente di politica sociale all’università di Trento. Si tratto di un elaborato che prevede tre misure eccezionali e temporanee della stessa durata, quella dell’emergenza, in grado di sostenere il reddito di tutti i lavoratori italiani. Si parla di Cassa integrazione, Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo e Reddito di cittadinanza di emergenza. Per quanto riguarda la prima misura, la Cig, confermando quanto già deliberato con il decreto Cura Italia, verrebbe ampliata a tutti, anche alle piccole imprese che contano solamente un dipendente.
Il Sea, invece, sostituirebbe il bonus da 600 euro con un importo non in misura fissa, ma in base alle condizioni della famiglia e dalla perdita di guadagno causata dall’emergenza. Infine il Rem: tecnicamente è il sostituto del reddito di cittadinanza modificato da alcune agevolazioni. Domanda semplificata, sospensione dei requisiti immobiliari (seconda casa) e mobiliari (6 mila euro al massimo sul conto, aumentati di 2 mila euro per ogni figlio). Nessuna condizionalità come la ricerca del lavoro e nessuna sanzione in caso di irregolarità nella domanda. Il progetto al momento è sotto l’attenzione del governo.