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Coronavirus, Boris Johnson è positivo al tampone

27/03/2020 12:41 - Aggiornamento 27/03/2020 13:05

Il premier britannico Boris Johnson è risultato positivo al test del Coronavirus. A confermarlo è proprio il leader conservatore tramite il suo canale Twitter. “Nelle ultime 24 ore ho sviluppato sintomi lievi e sono risultato positivo al coronavirus. Ora sono in quarantena, ma continuerò a guidare la risposta del nostro governo tramite videoconferenza mentre combattiamo il Covid-19”, ha scritto.

Coronavirus, il leader britannico Johnson è stato contagiato

Ora il leader conservatore si trova in isolamento domiciliare a Downing Street. “E’ stato sottoposto a tampone per il coronavirus su consiglio personale del capo medico inglese, il professor Chris Whitty”, si legge in una nota. Tutti i membri del governo britannico ora sono costretti all’isolamento e dovranno sottoporsi a loro volta al tampone.

Nei giorni scorsi Johnson aveva fatto molto discutere. Come altri, aveva sottovalutato l’emergenza sanitaria internazionale causata dal coronavirus, tanto da dichiarare di non aver alcuna intenzione di imporre la quarantena ai suoi cittadini. “Il Paese si prepari a perdere persone care prematuramente”, aveva detto, convinto di puntare sulla cosiddetta “immunità di gregge” per sconfiggere il coronavirus. Con l’aumento dei casi, però, il Premier britannico ha dovuto successivamente fare un passo indietro, e mettere in lockdown l’intero Regno Unito: “Non credo che ci sia mai stato nulla di simile in tempo di pace”, ha commentato.

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Coronavirus, nel Regno Unito 11.658 casi accertati

Il Coronavirus non ha risparmiato nemmeno il Regno Unito, dove i casi accertati (stando all’ultimo bollettino fornito ieri dal ministero britannico della Sanità) sono 11.658, con 578 morti. Tra i positivi infatti, oltre al Premier Johnson, anche un membro della famiglia reale: il Principe Carlo. Ieri, per la prima volta, sono stati superati i 100 decessi in un giorno (115). Questa situazione sta mettendo in ginocchio gli ospedali inglesi: Chris Hopson, chief executive dell’Nhs Providers, che rappresenta i capi degli ospedali del sistema sanitario britannico, ha dichiarato che gli ospedali di Londra dovranno affrontare uno “tsunami continuo” di pazienti malati di Covid-19 e alcuni molto probabilmente saranno stracolmi entro pochi giorni.

“Mi dispiace dirlo ma questo è uno scandalo nazionale“, ha commentato in diretta dal BBC Question Time Richard Horton, editorialista della rivista scientifica Lancet. Secondo Horton, infatti, gli inglesi ora non dovrebbero essere in questa posizione: “Sapevamo dall’ultima settimana di gennaio che tutto questo sarebbe potuto accadere. Il messaggio dalla Cina era assolutamente chiaro, un virus dal potenziale “pandemico” stava colpendo le città e le persone, costrette a terapie intensive mentre i dati sulla mortalità crescevano. Noi lo sapevamo da 11 settimane”, ha aggiunto. “Abbiamo sprecato febbraio, quando avremmo potuto agire con i test e procurando materiale protettivo per le strutture e gli operatori sanitari. Noi ora applaudiamo il personale medico che sta lavorando per salvare vite ma li abbiamo mandati in prima linea senza le armi per difendere loro stessi.

Hanno mascherine che non rispettano gli standard di sicurezza e delle tute che non li proteggono dalla minaccia del virus. Come abbiamo potuto permettere tutto questo? L’ipocrisia di applaudire queste persone e il fatto che il Governo non le aiuti è una cosa tragica. E mi dispiace dirlo: tutto questo era prevedibile”, ha concluso, ipnotizzando tutti gli spettatori.

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