Maria Rosaria Capobianchi, la direttrice del laboratorio di Virologia dell’ospedale Spallanzani di Roma, che ha guidato l’equipe che è stata capace di isolare per primo il coronavirus, ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Una tappa importante per sconfiggere l’epidemia che sta mietendo vittime in Cina e che sta terrorizzando il resto del mondo. «Mi ricordo ancora il primo giorno di scuola al liceo Genovesi di Napoli. Io, piccola isolana, arrivai in ritardo per colpa del traghetto partito da Procida. Finii relegata all’ultimo banco perché entrai per ultima in classe. Ero una provinciale arrivata in città. Dall’ultimo banco, poi, piano piano, avanzai, fino ad arrivare al primo», ha esordito la ricercatrice, 66enne, che ha affrontato tante avversità e sfide diverse, per affermarsi.
Maria Rosaria Capobianchi: «Ecco come abbiamo isolato il Coronavirus»
«Ho iniziato arrivando tardi, ma ho finito in bellezza, chiudendo con un esame di maturità molto buono. Poi l’università è stata una passeggiata alla Federico II, perché ho scelto bene quello che mi piaceva studiare. Il Genovesi è stata una grande palestra, sogno ancora di essere uscita di casa senza i libri di greco e latino…», ha affermato Maria Rosaria Capobianchi, entusiasta dei complimenti che le stanno arrivando soprattutto dagli abitanti della sua Procida. Il simbolo delle donne del Sud che si impongono? Chiede Antonio Di Costanzo di Repubblica. «Me lo stanno dicendo tutti e mi fa piacere. Arrivo da una piccola isola del Sud e mi sono fatta strada passando per Napoli e poi a Roma. È stata una bella faticata. Ce l’ho messa tutta, con la grinta di una donna isolana testarda e volitiva…», ha replicato la 66enne.
«Quando si investe c’è un ritorno. Questo è un esempio da seguire per dare opportunità ai nostri giovani!»
«Fin da bambina volevo fare la ricercatrice di laboratorio, mi sono orientata su un ramo che mi permetteva anche di muovermi in campo biomedico, perché ho sempre avuto un’attrazione per la biologia e la medicina. Ho scelto scienze biologiche perché mi dava l’opportunità di realizzare abbastanza rapidamente un percorso di studi che mi avrebbe permesso di dedicarmi all’attività di laboratorio!», ha detto Maria Rosaria Capobianchi, che ha spiegato così la sua passione per la biologia. La sua carriera ha spiccato il volo a Roma: «Dall’università sono passata all’ospedale Spallanzani. Qui ho avuto la possibilità di applicare la ricerca alle cure. Sono stata allieva di Giovanni Battista Rossi, un personaggio mitico, che in Italia ha promosso il piano internazionale contro l’epidemia dell’Hiv». La 66enne isolana ha infine speso qualche parola sullo stato della ricerca in Italia: «Abbiamo dei cervelli eccezionali che vengono “esportati” in tutto il mondo. Devono avere le possibilità di esprimere il proprio talento. Allo Spallanzani siamo fortunati: ha avuto finanziamenti e considerazione. E oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quando si investe c’è un ritorno. Questo è un esempio da seguire per dare opportunità ai nostri giovani!». In questo modo è stato scoperto il coronavirus, bisogna investire sulla ricerca.