“Free virus, no virus”: la psicosi da coronavirus ha varcato le porte dei centri di massaggi orientali. Non basta un “happy ending” per convincere i clienti, anche quelli più affezionati, a continuare la frequentazione dei centri e così anche questa parte di mercato cinese presente in Italia si blocca di fronte al Covid-19, un virus che sembra essere imprevedibile.
Coronavirus, fuga dai centri massaggi
Gina ci ha provato, ad attirare un po’ di clienti. Si è vestita in modo sensuale, con le sue scarpe più alte e il decoltè in bella mostra. I lunghi capelli neri si appoggiano sulle spalle e ha indossato un tailleurino rosso, molto attirato. Ma è tutto inutile: la paura di essere contagiati blocca tutto il mercato dei massaggi orientali a Milano. Il mondo dei massaggi orientali è gestito principalmente da giovani cinesi, e questo ha fatto allontanare anche i più abitudinari. Non solo dai centri, però: a soffrire la psicosi sono anche le prostitute di strada o che vendono il proprio corpo in appartamento. E chi sfida il virus per mezzora di piacere in un romantico e rilassante massaggio, spesso pretende che si indossi la mascherina.
Gina ha 26 anni, un marito tassista a Pechino e un lavoro a Milano, in zona Loreto, in uno dei 200 centri gestiti da orientali ai quali si aggiungono quelli intestati agli italiani con personale tutto al femminile, asiatico. Con una media di tre lavoratrici per negozio, sono più di 500 le ragazze che si prestano in questi centri dalle 10 alle 23 tutti i giorni della settimana, domeniche e festivi compresi. E in tutta la città: da Chinatown a Lambrate, a Città Studi, in Zona Centrale, attorno a Mac Mahon. In ogni zona è possibile trovare un centro in cui i prezzi variano dai 30 ai 100 euro a seconda della durata della prestazione. Ovviamente, mance escluse di coloro che richiedono un supplemento nelle parti intime.
Coronavirus, a soffrire sono anche i centri massaggi
Il via vai da questi centri era impressionante, fino all’arrivo del Coronavirus. La maggior parte delle ragazze riceve i clienti con una frase imparata a memoria: “Free virus, no virus”, ma questo non sempre basta a rassicurare. Oggi il cornavirus in Italia conta 130 contagiati in 5 regioni italiane e ha già fatto le prime due vittime. Nel mondo, poi, i numeri sono spaventosi: 78.767 contagiati(di cui 76.936 in Cina), 2.461 morti e 23.196 sono i guariti. E di conseguenza anche i più affezionati stanno disertando le attività per paura di ammalarsi.
“La concorrenza cinese ci ha sempre creato non pochi problemi”, ammette una esercente di viale Abruzzi, “per noi è sempre stato difficile stare sul mercato agli stessi prezzi. Chi ci ha provato anche con promozioni ha chiuso dopo pochi mesi”. Ma il timore non si ferma nei centri: anche in strada, nelle storiche vie Piccinni, via Monteverdi, piazzale Bacone, la presenza di prostitute cinesi si è più che dimezzata. Se dei giorni si poteva arrivare a vedere anche otto ragazze in piccoli tratti di marciapiede, ora al massimo se ne trovano due. “A me un cliente mi ha addirittura chiesto se poteva pagare di meno, visto il momento difficile”, ha raccontato Lina, una donna cinese di 54 anni di Fushung.
Milano, la prostituzione cinese è anche in appartamento
Non si tratta solo di centri e strada: le prostitute cinesi trovano i loro clienti all’esterno e poi si spostano in monolocali. Il mondo di Sizie Wong a Milano si nasconde in decine di abitazioni popolari, tra calendari cinesi e odore di cibo. Angela, per esempio, una donna di circa 40 anni con i capelli rossi tinti e la vestaglia, riceve nel suo bilocale a Musocco. Lei accetta solamente clienti italiani e conferma la paura che si sta sviluppando: “Oggi solo due habitué di quelli che ti fanno perdere un sacco di tempo per via dell’età avanzata. Hanno tutti una gran paura del contagio. Speriamo che questo brutto periodo passi presto”.