Nel momento in cui si è compreso che la diffusione del coronavirus si sarebbe trasformata in una crisi sanitaria senza precedenti, è stato chiaro anche che successivamente avremmo affrontato una significativa crisi economica. Per questo, nella consapevolezza che i 25 miliardi stanziati con il decreto Cura Italia non saranno sufficienti, si sta pensando a un nuovo intervento “non minore” a quello già predisposto.
Coronavirus, piano da 50 miliardi previsto per aprile
In totale dovrebbero essere 50 miliardi di euro. Lo ha spiegato Claudio Tito a Repubblica. La somma dovrebbe essere varata prima o al massimo in contemporanea al Documento di Economia e Finanza (DEF) e tutti i soldi dovrebbero essere finanziati ricorrendo al debito. Con il decreto Cura Italia, ha spiegato ieri il Presidente Giuseppe Conte, “abbiamo prestato una prima attenzione alla categoria dei lavoratori autonomi e atipici, liquidità, protezione sociale, sostegno al reddito di famiglie e lavoratori. Con il nuovo intervento confidiamo di attuare un piano altrettanto significativo”. Quindi, si assicurano “stanziamenti significativi non di minore importo rispetto ai 25 miliardi già stanziati. Tuteleremo gli interessi strategici. I più preziosi asset della Paese vanno protetti con ogni mezzo”. E il governo lo farà tramite questo provvedimento.
Nel frattempo pare che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il suo gruppo sia già al lavoro per progettare nei minimi particolare la nuova Maxi Manovra. Ieri, infatti, si è svolta la prima riunione al Tesoro. Alcuni punti indiscutibili sembrano già esserci: la speranza è quella di riuscire a fornire un pacchetto da 50 miliardi di euro. Non solo però. Il Mef sta già scrivendo la relazione con cui si domanderà di approvare lo scostamento rispetto al saldo strutturale. Questo perché tutto verrà fatto in deficit e difficilmente il rapporto deficit/Pil scenderà sotto il 5%. Tutto ciò, va ricordato, sarà possibile grazie all’intervento della Commissione europea, che tramite la voce di Ursula von der Leyen ha dichiarato il via libera alla flessibilità sulle regole di bilancio congelando il Patto di Stabilità in Europa.
Coronavirus, il Mef lavora a una Maxi Manovra
Tutto questo dovrà essere approvato con la maggioranza assoluta da entrambe le Camere. Da quanto si apprende, quasi tutte le disposizioni avranno un carattere transitorio, e andranno al prossimo 31 dicembre. Nel concreto, si parla di estendere il rinvio del pagamento delle tasse e dei contributi. Di ampliare la rete di protezione nei confronti dei lavoratori e delle imprese. Poi ancora si rafforzerà l’assegno di disoccupazione per i lavoratori a tempo determinato. Verranno confermate le misure per assicurare liquidità e solvibilità alle imprese. La Cig sarà finanziata almeno per altri sei mesi oltre ai due già stabiliti e verrà coinvolta la Cassa Depositi e Presiti per sostenere le grandi aziende.
Non finisce qui. Con la Maxi Manovra, nel tentativo di frenare la decrescita, si pensa di iniettare del denaro nel circuito produttivo. La prima misura in questo senso riguarderà il Codice Appalti: sul tavolo di lavoro si sta analizzando l’ipotesi di sospenderlo per 6 o 12 mesi, con l’idea di stringere i tempi in modo significativo all’assegnazione di tutti gli appalti pubblici. In questo modo, si spera di velocizzare l’utilizzo degli investimenti di Stato con i fondi già stanziati e con quelli nuovi.
Coronavirus, sanità e digitalizzazione: da ora in poi una priorità
Questa crisi ci ha dimostrato che bisogna puntare molto di più sulla sanità e sulla digitalizzazione, invece che continuare a tagliare. Per questo, con il senno di poi, verranno ampliate le risorse destinate a questi ambiti, nella speranza di non farsi trovare un’altra volta impreparati ad affrontare un’emergenza di questo tipo. Sulla stessa onda è in corso la valutazione dell’ipotesi di estendere il cosiddetto bonus assunzioni anche agli over 35. La speranza governativa, infatti, è tentare di rendere più facile la programmazione anche alle aziende che non stanno vivendo in modo diretto la crisi e quelle che, agli occhi dello Stato, potrebbero cambiare il proprio status. In questo momento delicato, infatti, alcuni beni si sono riconvertiti a beni pubblici essenziali. Un esempio diretto è quello della produzione delle mascherine. Infine, verrà ampliata la detassazione per gli investimenti già prevista per le imprese.