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Coronavirus, il tocilizumab scarseggia e la Cina lo regala all’Italia: inviate 3mila fiale

28/03/2020 16:17 - Aggiornamento 28/03/2020 16:42

Maxi donazione dalla Cina all’Italia. Il tocilizumab, il farmaco che viene impiegato nelle terapie intensive per contrastare il coronavirus, oggetto di una sperimentazione coordinata da Aifa, da alcuni giorni da noi scarseggia. Così i cinesi, che da subito si sono mostrati vicini al nostro paese, hanno inviato da Pechino 3mila fiale, che sono arrivate oggi a Roma. Le risorse giunte nella capitale saranno suddivise tra le varie Regioni, a seconda della necessità degli ospedali. Come spiega ‘Repubblica’ oltre un terzo delle scorte sarà mandato in Lombardia. 

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Coronavirus, il tocilizumab scarseggia e la Cina lo regala all’Italia: inviate 3mila fiale

Il tocilizumab scarseggia nel nostro paese: in nostro soccorso la Cina. Il farmaco, di cui andrà provata scientificamente l’efficacia, sta dando segnali positivi in diversi pazienti affetti da Covid-19. Sembra proprio che la somministrazione del suddetto medicinale sia capace di contrastare l’infiammazione dei polmoni. Ed è proprio per questa ragione che tutte le terapie intensive lo vogliono utilizzare. Di questo valido alleato ha parlato in un’intervista a ‘Tpi’ il dottor Paolo Ascierto, oncologo e ricercatore presso l’ospedale G.Pascale di Napoli. È proprio lui che ha avviato la sperimentazione in Italia. «Il Tocilizumab viene utilizzato da noi oncologi per trattare gli effetti collaterali della immunoterapia. Avendo notato che il processo del distress respiratorio dovuto al Covid-19 è uguale, abbiamo pensato che potesse funzionare anche per i pazienti affetti da Coronavirus», ha spiegato il professore. Il dottor Ascierto ha poi precisato: «Il farmaco, in effetti, non agisce direttamente sul virus, ma su una delle gravi complicanze polmonari causate dalla tempesta citochinica, una reazione del sistema immunitario riscontrata nei pazienti affetti. Questo riduce la produzione della interleuchina 6, una molecola infiammatoria colpevole dello shock ipotensivo e, appunto, del distress respiratorio. Permette così un miglioramento delle funzioni polmonari».

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«Il farmaco non agisce direttamente sul virus, ma su una delle gravi complicanze polmonari causate dalla tempesta citochinica»

Il dottor Ascierto nell’intervista ha chiarito entusiasta: «Lunedì ben 4 pazienti sono stati estubati, mentre per altri 8 che non erano in terapia intensiva ci sono stati importanti miglioramenti. Buoni risultati anche nel resto d’Italia!». E sappiamo tutti che il nostro paese è in questi giorni un sorvegliato speciale. Essendo stati noi la nazione più colpita dal Covid-19, subito dopo la Cina, è inevitabile che gli altri ci prendano a modello. La pandemia sta spingendo Francia, Spagna, ma anche Usa a seguire l’esempio italiano, in prima linea nello sperimentare la violenza del Coronavirus. Nell’attesa che la curva dei contagi scenda, si corre ai ripari. E il tocilizumab rappresenta ora un «salvagente» a cui aggrapparsi disperatamente.

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Tocilizumab, alleato dei medici ai tempi del Coronavirus

Come riporta ‘Repubblica’: “La casa produttrice, Roche, poco prima che l’agenzia del farmaco si muovesse si era offerta di regalare il medicinale, utilizzato per malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, a tutte le strutture sanitarie che ne facessero richiesta. Per questo motivo accanto alla sperimentazione nei centri da lei selezionati, Aifa aveva comunque dato il permesso anche ad altri di somministrarlo, con l’ipotesi di usare i dati di queste altre rianimazioni per uno studio osservazione aggiuntivo”. Purtroppo però da giorni il farmaco era introvabile. L’azienda produttrice aveva dichiarato di non avere più scorte. A fronte di 4000mila richieste la casa madre era pronta a soddisfarne solo la metà. Ed è a questo punto che decisivo si è rivelato l’intervento deciso della Cina, che prontamente ha disposto l’invio di 3mila fiale ora a Roma.

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