Innanzi alla scia di morte che il nuovo coronavirus sta diffondendo a partire dalla Cina, è corsa al vaccino. Sarebbero già in atto le ricerche per produrlo e – si spera – nel tempo più rapido possibile. Mentre il personale medico offre assistenza ai malati e le autorità di tutto il mondo provvedono a contenere i contagi, alcuni centri di ricerca e aziende farmaceutiche sono al lavoro per realizzare un vaccino, nella speranza che sia disponibile in tempi stretti. Al momento, l’unica soluzione per ridurre i rischi resta l’isolamento dei pazienti e il controllo rigoroso sui nuovi contagi.
Coronavirus vaccino, gli scienziati: “Pronto ad aprile per i test sugli uomini”
Diverse le società farmaceutiche già attive per lo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus: dalla Johnson & Johnson, alla Moderna Therapeutics e Inovio Pharmaceuticals, così come centri di ricerca privati e pubblici, quali i National Institutes of Health (NIH) e l’agenzia del dipartimento della Salute degli Stati Uniti. Gli scienziati di quattro Paesi sono al lavoro sul vaccino e promettono – stando alle parole di Anthony Fauci, immunologo pioniere nelle ricerche sull’Hiv e direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive degli Stati Uniti – “Ad aprile il vaccino sarà pronto per i test sugli uomini”. Si tratterebbe, in caso di effettiva concretizzazione, del vaccino più veloce della storia della medicina.
I tempi del vaccino
Generalmente, prima di potere essere impiegato sulla popolazione, un vaccino deve superare tutta una serie di test, prima sugli animali e successivamente su gruppi di esseri umani. Questo processo – com’è intuibile – richiede tempi che difficilmente rientrano in un periodo inferiore all’anno. Ai tempi della Sars, nel 2003, furono necessari 20 mesi prima che fossero pronti i vaccini per i test clinici. Ma allora, la lentezza fu in parte dovuta alle reticenze del governo cinese che preferì non diffondere subito le informazioni su malattia e contagi, temendo danni per l’economia del Paese. Nel caso del coronavirus odierno, invece, i ricercatori cinesi sin dai primi giorni del 2020 hanno reso noti i profili genetici del virus, condividendoli con la comunità scientifica internazionale.
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