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Prete francese raccoglie le testimonianze delle vittime della guerra per inchiodare i russi

10/05/2022 14:32

Un prete cattolico francese, Patrick Desbois, ha raccolto prove su prove dei crimini di guerra commessi dai russi durante il conflitto in Ucraina. Testimonianze di stupri, di esecuzioni sommarie. Racconti che fanno venire i brividi. Un’accurata attività che permetterà di non dimenticare le atrocità di questa guerra, e in particolare quanto accaduto il mese scorso a Bucha o in altre zone. Ma soprattutto che conferirà l’autorità di inchiodare chi di dovere alle proprie responsabilità.

Crimini di guerra, la raccolta di testimonianze di don Patrick Desbois

Don Patrick Desbois oggi è il coordinatore scientifico del memoriale di Babi Yar a Kiev. Il suo obiettivo, tramite la raccolta delle testimonianze, è quello di riuscire in futuro a far condannare i responsabili dei crimini di guerra, esattamente come accaduto per i nazisti e le persecuzioni ebraiche. “Ci sono molti casi come quello di Bucha purtroppo”, ha infatti dichiarato alla radio francese Rfc. “Bucha è stato molto evidenziato perché i media hanno potuto rivelare che c’erano tutti questi corpi sulle strade. Ma le stesse scene del crimine si ripetono ovunque”.

Le testimonianze raccolte sono atroci. “Con un traduttore, via Zoom, le persone accettano di parlare apertamente, fornendo i dati personali, la vera identità, il telefono, l’indirizzo email. Sono persone che quindi vogliono testimoniare affinché gli assassini russi siano giudicati”, ha spiegato. Una coppia, i genitori di tre figli, ha raccontato di aver provato a fuggire dai bombardamenti russi e “senza alcuna ragione militare i russi hanno sparato contro di loro“. La madre, inoltre, ha ammesso di aver sentito il proiettile attraversare il corpo del suo bambino di tre anni, prima di capire che l’altro figlio, di 15 anni, era già morto. “E’ uscita dall’auto come meglio poteva con l’unico figlio sopravvissuto, mentre il marito era troppo ferito per potersi muovere”, ha aggiunto poi Desbois.

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strage bucha

Crimini di guerra, uccisioni a sangue freddo e violenze sessuali

Sono centinaia le testimonianze di questo genere. Così come lo sono quelle delle donne violentate dai militari. Un uomo, per esempio, ha raccontato di aver accolto una ragazzina di soli 15 anni che “è stata presa da giovani soldati russi che non erano ancora andati in battaglia, che aspettavano di compatterò e nel frattempo hanno cominciato a prendere quelli che chiamano trofei. Giovani ragazze o donne che violentavano insieme. Alla fine hanno sparato alla madre, ma solo dopo averla costretta a guardare la figlia che veniva violentata da dieci militari“. Tutte parole, queste, che fanno venire i brividi. Ma che allo stesso tempo raccontano una verità che il sacerdote spera un giorno potrà essere utile durante i procedimenti legali internazionali. >> Tutte le notizie di UrbanPost

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