Il decreto del governo annunciato dal premier Conte nella serata di domenica 26 aprile con validità dal 4 maggio ha fatto sorgere una serie di dubbi negli italiani già alle prese con autocertificazioni e irreperibilità di mascherine: solo alcuni dei nodi cruciali hanno avuto spiegazione nelle ore successive, mentre tanti degli interrogativi sono rimasti ancora irrisolti. Cercando di fare un po’ di chiarezza, si è partiti dalla spiegazione del termine congiunti, così ambiguo e generico.
Decreto 4 maggio nodi cruciali: dai congiunti allo spostamento fuori regione
La risposta all’interpretazione del termine “congiunti” è arrivata direttamente da Palazzo Chigi: “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili” rientrano dunque tra le persone che sarà possibile visitare a partire dal 4 maggio. Come si accerterà però la stabilità della relazione questo rimane sconosciuto. Specificando che ogni ulteriore spiegazione sarà fornita nelle domande frequenti sul sito del governo, il premier Conte ha chiarito: “Lo preciseremo nelle faq, ma non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive”.
Sciolti i dubbi sul termine congiunti, resta il fatto che gli spostamenti per gli incontri con i familiari siano circoscritti alla sola regione in cui ci si trova e che tali visite debbano avvenire nel rispetto della distanza di sicurezza, indossando gli appositi dispositivi ed evitando in ogni caso assembramenti. Spostarsi da una regione all’altra sarà consentito solo per motivi di lavoro, salute e necessità dietro presentazione di autocertificazione.
Rientri, seconde case e mascherine obbligatorie
Cosa ne sarà dunque di chi è rimasto bloccato fuori regione durante il lockdown? Il nuovo decreto prevede per essi la possibilità di far ritorno a casa precisando che “è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Ciò vale anche per gli italiani che si siano trovati all’estero e per i quali è comunque previsto, al ritorno, il periodo di quarantena di 14 giorni. Diversa la questione seconde case. Sebbene nel decreto 4 maggio non vi sia traccia del divieto imposto in quello precedente, secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli – intervenuta a La vita in diretta – “Non si possono raggiungere le seconde case nell’ambito di questo Dpcm. Bisogna rimanere nella casa di residenza”. Dunque, vietati gli spostamenti nelle seconde case, anche nella stessa regione.
Altro punto cruciale del nuovo decreto è quello riguardante l’uso delle mascherine: previsto l’utilizzo in “luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi pubblici e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza”. I luoghi chiusi accessibili al pubblico dovrebbero, dunque, includere: gli esercizi commerciali, gli uffici pubblici, i locali in cui è consentito l’accesso al pubblico. Per i luoghi di lavoro, come aziende e uffici (non pubblici), l’uso della mascherina sarà invece regolato dai protocolli di sicurezza aziendali. >> Proteste contro Conte, la replica del premier: «Avrei dovuto parlare un linguaggio più diretto»