Il Decreto Sostegni del Governo Draghi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale come DL 41/2020 in vigore dal 23 marzo 2021, sulla scia del Decreto Ristori, contiene misure e indennizzi per Partite Iva, imprese e commercianti, che hanno perso fatturato a causa dell’emergenza Covid. «Questo decreto è una risposta significativa e molto consistente alle povertà e alle imprese, è una risposta parziale, ma è il massimo che abbiamo potuto fare», ha detto il premier Draghi: «I capisaldi sono gli aiuti alle imprese, il sostegno al lavoro e la lotta contro la povertà». Parliamo del contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici e proroga dei termini per precompilata Iva.
leggi anche l’articolo —> Dl sostegni, Necci (Federalberghi): “Delusi da Draghi, in migliaia falliranno”
Decreto Sostegni 2021, contributi a fondo perduto a chi spettano: tutte le novità
Al fine di sostenere gli operatori economici, colpiti dall’emergenza epidemiologica «Covid-19», è riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita IVA, residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario. Il contributo a fondo perduto non spetta:
- ai soggetti la cui attività risulti cessata alla data di entrata in vigore del decreto;
- ai quelli che hanno attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto,
- agli enti pubblici di cui all’articolo 74 nonché ai soggetti di cui all’articolo 162-bis del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
Quali sono i requisiti?
Quali sono i requisiti? Determinante resta il calo di fatturato, che deve esser pari almeno al 30 per cento (in precedenza era 33 per cento); la stima viene fatta confrontando il 2020 e il 2019, e bisogna prendere in considerazione l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi; i codici ATECO non rappresentano più un elemento rilevante per l’accesso. In questa maniera si concede un via libera anche ai professionisti che hanno atteso a lungo di poter essere inclusi in questo meccanismo di aiuti. È aumentato il limite di ricavi e compensi entro il quale è possibile richiedere l’aiuto: si è passati da 5 a 10 milioni di euro. Ai soggetti che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza dei requisiti del calo del fatturato, si legge nel testo del decreto. Novità anche sulle modalità di calcolo: il valore minimo è pari a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le persone giuridiche; quello massimo (150.000 euro) rimane lo stesso, ma il calcolo della cifra a cui si ha diritto cambia, in base al volume dei ricavi e compensi. Leggi anche l’articolo —> I 191,5 miliardi del Recovery fund, Draghi: “Dirigere questi fondi in particolare verso le donne e i giovani”
Come si calcola? Sono previste cinque fasce di ristoro basate sul fatturato 2019:
– 60% della perdita media mensile per fatturati inferiori a 100.000 euro
– 50%per fatturati fra 100.000 e 400.000 euro
– 40%per fatturati fra 400.000 e 1 milione di euro
– 30%per fatturati fra 1 e 5 milioni di euro
– 20%per fatturati fra 5 e 10 milioni di euro.