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La strategia delle dosi di vaccino ravvicinate preoccupa gli esperti: ecco perché

13/01/2022 11:40 - Aggiornamento 13/01/2022 11:46

Dosi booster ravvicinate – Una buona parte della Comunità scientifica comincia a manifestare qualche dubbio sulla strategia del governo, che ha scelto di accorciare i tempi tra una dose e l’altra di vaccino. Le somministrazioni troppo vicine allertano virologi e immunologi: da Ricciardi a Galli, da Crisanti a Bassetti. “Israele fa la quarta dose? Beh, è preoccupante”, le parole del direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova Crisanti. Per l’esperto il fatto che in quel Paese, dove hanno cominciato prima con i booster, diano il via ad un nuovo ciclo di immunizzazioni “non è un segnale buono”. Potrebbe significare che lo scudo dei vaccini è molto meno duraturo di quel che sembra. Dal canto suo l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, si dice preoccupata per “vaccinazioni ripetute in un lasso di tempo breve”.

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La strategia delle dosi booster Covid ravvicinate preoccupa gli esperti: ecco perché

La strategia delle dosi booster di vaccini anti-Covid ogni 4 mesi non convince gli esperti. Crisanti, come dicevamo in apertura, si è detto perplesso: “Non si possono vaccinare 50 milioni di persone ogni 4 mesi. Se avessimo avuto un vaccino capace di indurre un’immunità di 2-3 anni, oggi non saremmo in questa situazione”. Che di fatto sembra un attacco forte alle case farmaceutiche che hanno pensato forse più al profitto che alla messa a punto di un vaccino duraturo. “La priorità è produrre vaccini più duraturi e alla portata anche di paesi a medio-basso reddito. Non credo che la soluzione al problema possa arrivare dal vaccino mRna che Pfizer o Moderna produrranno per la variante Omicron”, l’osservazione pungente di Crisanti. “Il vaccino contro l’epatite B dura 20 anni. Questo vaccino, paragonato ad altri, obiettivamente non è tra i migliori. È l’unico che abbiamo contro il Covid, ci protegge e lo dobbiamo fare. Ma a lungo termine vedo problemi nella strategia basata su quest’unico tipo di vaccino”, ha aggiunto il direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova. Chi pure nutre qualche dubbio sulla scelta delle dosi booster ravvicinate è il professor Massimo Galli. 

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“Ci dobbiamo abituare a questo virus”

“Siamo davanti a una realtà diversa, quasi un virus diverso: bisogna riaggiustare il tiro. In Israele stanno facendo la quarta dose, aspettiamo i dati. Ma non è una strategia sostenibile vaccinarsi ogni 3-4 mesi con il solito vaccino, non è una strategia nemmeno praticabile. È vero, il vaccino tiene fuori dalla rianimazione e dal cimitero. I non vaccinati rappresentano il polmone per il virus e l’elemento di pressione per gli ospedali. Una delle cose da fare è vaccinare alla grande i più piccoli”, ha detto Galli. “Siamo abbastanza preoccupati per una strategia che preveda vaccinazioni ripetute in un lasso di tempo breve. Non possiamo continuare a dare dosi di richiamo ogni tre o quattro mesi”, la riflessione di Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’Ema. Anche l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, ha preso le distanze dalla strategia delle vaccinazioni ravvicinate voluta dal governo: “Ci dobbiamo abituare, con questo virus dobbiamo vaccinarci una o due volte l’anno”. Leggi anche l’articolo —> Abrignani: «Per i vaccinati il Covid sarà come un’influenza, il picco previsto a gennaio»

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