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Dimissioni di Draghi? Per «Dagospia» c’è una data: “Avrebbe già lasciato senza la guerra”

31/03/2022 17:48 - Aggiornamento 31/03/2022 18:00

Chi scrive vorrebbe fosse un simpatico “pesce d’aprile”, Roberto D’Agostino però dà per certa la notizia. Come non fidarsi? Secondo il fondatore di “Dagospia” il Presidente del Consiglio Mario Draghi starebbe pensando alle dimissioni. E l’avrebbe già rassegnate se non ci fosse stata di mezzo la guerra in Ucraina. Se ne parla nell’ultimo “Dagoreport”, in cui si accenna anche al duello di 90 minuti con il leader del M5s Conte contrario all’aumento delle spese militari.

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Dimissioni di Draghi? Per «Dagospia» c’è una data: “Avrebbe già lasciato senza la guerra”

Mario Draghi sarebbe sul serio stanco dei teatrini dei politici italiani, delle continue divisioni all’interno della sua ampia maggioranza e starebbe valutando di dimettersi, secondo quanto riporta il sito Dagospia in un retroscena. Ad aver urtato fortemente l’ex numero uno della Bce il confronto con Giuseppe Conte sull’aumento del 2% delle spese militari, che ha messo in evidenza «alcuni fatti molto interessanti»: «Intanto, Mariopio ci teneva a sgualcire la pochette del fu Avvocato del popolo e si era ben preparato all’incontro. Quando, con il tono perfido di chi considera l’interlocutore l’usurpatore del suo trono, lo spodestato Peppiniello ha sibilato: ‘Siccome siamo il partito di maggioranza relativa alla Camera e al Senato, caro Mario valuta bene il no del M5S, un no che si può ritorcere contro di te’, Draghi ha tirato fuori al volo il consueto ghigno e i resoconti di quando Conte era premier», scrive D’Agostino nel suo lungo pezzo.

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L’incontro con Conte la goccia che “avrebbe fatto traboccare il vaso”, cosa si legge nel “DagoReport”

Il premier, a proposito di coerenza, ha posato sul tavolo gli stanziamenti del passato e ha mostrato al predecessore i numeri del bilancio della Difesa quando a Chigi c’era lui: «Nel 2018 si registravano circa 21 miliardi, mentre nel 2021 se ne registravano 24,6…». I governi gialloverde e giallorosso hanno aumentato le spese militari del 17%, assai più di quelli precedenti e successivi. Conte dal canto suo, stando ai retroscena usciti sul «Corriere della Sera» e «La Repubblica», si sarebbe limitato a dire qualcosa tipo «Non è una richiesta dei 5Stelle, è la richiesta del popolo italiano». Dichiarazioni che avrebbero fatto saltare sulla sedia Draghi, che a quel punto ha ribadito all’interlocutore che non aveva intenzione di venir meno all‘impegno (sottoscritto da Conte stesso nel 2019) con la Nato. In serata, come sappiamo tutti, il premier si è recato da Mattarella per fare il punto della situazione e informarlo della diversità di vedute con il leader pentastellato.

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Draghi verso le dimissioni? Quanto c’è di vero

«L’atteggiamento anti-Nato della Pochette dal volto umano ha origine dalla sua volontà di non perdere consensi dell’ala pacifista dei 5Stelle nella recente votazione che lo ha portato di nuovo alla presidenza del Movimento», scrive sempre «Dagospia», riferendosi a Conte. Il finale del report è stato dedicato, invece, tutto all’ex numero uno della Bce, che non sarebbe così in forma. «Un Draghi stressato che senza la guerra, avrebbe già mollato al suo destino il governo. Per ora, non è per niente sicuro di arrivare seduto a Palazzo Chigi al voto del 2023. Magari, una volta raggiunta la pace tra Russia e Ucraina, con i peones sicuri del vitaliazio (a settembre), li abbandonerà al loro destino di scappati di casa e potrà finalmente riposarsi con la diletta moglie nel buen retiro umbro». Andrà così? Dimissioni a settembre? Vedremo… Leggi anche l’articolo —> Draghi e la replica al vetriolo all’ambasciatore russo: «Da noi c’è la libertà di stampa»

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