Il 18 febbraio del 1940 nasceva a Genova il cantore dei poveri e degli emarginati, l’aedo di prostitute e donne di malaffare, il poeta che dava voce a chi pur avendone una non aveva facoltà di usarla. Stiamo parlando di Fabrizio De Andrè, conosciuto ai più anche con l’appellativo di Faber, che gli aveva affibbiato l’amico Paolo Villaggio, in riferimento alla sua predilezione per i pastelli e le matite della Faber-Castell, ma anche per l’assonanza col suo nome.
Fabrizio De Andrè, 80 anni dalla nascita: i libri dedicati al cantore degli emarginati
Assieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli e Luigi Tenco Fabrizio De Andrè è stato uno degli esponenti della cosiddetta Scuola genovese, significativo gruppo artistico che ha ridato nuova linfa alla musica leggera italiana. Un cantastorie che ha fatto uso di diversi idiomi: dal genovese al napoletano, senza contare il gallurese varietà linguistica romanza parlata in Sardegna. Proprio qui Faber ha vissuto la drammatica esperienza del rapimento nel 1979 assieme alla compagna Dory Ghezzi, raccontata nel capolavoro Hotel Supramonte. Tra i brani più noti La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, La guerra di Piero, Amico fragile, Rimini, Via del campo, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore, canzoni che il pubblico potrà riascoltare tutte insieme nel documento-film di Walter Veltroni,‘Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato’, che sarà nelle sale cinematografiche solo per tre giorni, il 17, 18 e 19 febbraio 2020. A chi volesse conoscere meglio l’arte di Faber, i suoi tormenti, il caos interiore, detonatore di canzoni che sono più delle poesie, quali Don Raffaé, Anime Salve e Il Suonatore Jones, vogliamo suggerire una selezione di libri da leggere. Testi che approfondiscono diversi aspetti della personalità del cantante scomparso l’11 del 1999, che amava la poesia francese, in particolare modo Charles Baudelaire.
Dal libro ‘Sotto le ciglia chissà. I diari’ al volume ‘Ridammi la mano’
Il miglior modo per entrare nell’officina di un artista è quello di lasciarsi trasportare dalle sue parole. ‘Sotto le ciglia chissà. I diari’, edito da Mondadori, è una specie di ‘Zibaldone’, che mette insieme quaderni, fogli sparsi, libri, agende, buste su cui Fabrizio De Andrè ha lasciato una traccia di sé. Un caleidoscopio di frasi all’apparenza alla rinfusa, che però ci restituisce il profilo della sua fede laica nella pietas umana, in Cristo in quanto figura, come pura libertà di chi non si piega agli abusi di potere e l’ironia mordace tipicamente ligure. Fabrizio De Andrè annotava in maniera istintiva e quasi maniacale impressioni, ricordi, detti popolari imparati nei carruggi di Genova o appresi dai contadini della Gallura, ricette, citazioni. Tutto poteva tornargli utile, poteva rientrare negli spazi stretti della metrica, in altre parole diventare poesia. ‘Ridammi la mano. Fabrizio de Andrè’ (editore Becco Giallo) di Ernesto Anderle è invece un libro illustrato che non può mancare nelle librerie degli appassionati. Le più belle canzoni e i frammenti di vita più significativi del cantante interpretati dalle matite romantiche di Ernesto Anderle, che ha voluto rendere omaggio ad un genio immortale. Gli amanti della fotografia troveranno stupendo il volume edito da Rizzoli dal titolo ‘Fabrizio De André. Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harari’. Un libro prezioso che imprigiona in vari magnifici scatti il cantastorie, ma soprattutto l’uomo che si celava dietro l’artista. «Chissà che cosa avevi in mente, Guido, per stregarci tutti così, inchiodarci così alle emozioni, alla passione di queste immagini che non possiamo vedere senza tremare», scrisse Fernanda Pivano, cara amica di Faber, a margine di queste fotografie incredibili.
Da ‘Fabrizio De André. La storia dietro ogni canzone’ alla biografia ‘Lui, io, noi’
Destinato ai più piccoli, ma pensato anche per gli adulti, è invece ‘Ogni tre stelle. Fiabe liberamente ispirate a canzoni di Fabrizio De Andrè. Ediz. illustrata’, edito dalla casa editrice Laruffa. Un librino che saprà guidare il pubblico più giovane alla scoperta dell’universo Faber. Perché non è sbagliato guardare a De Andrè come un grande affabulatore, un prestigiatore della parola, un depositario delle credenze popolari, al pari dei fratelli Grimm. Cosa sono le favole se non un insieme di voci, rumori e tradizioni che affondano le propri origini in tempi remoti. «C’era una volta…» siamo soliti dire, ma chissà a quanto ammonta, a quanti anni indietro… E questo il cantastorie genovese lo sapeva bene. Altrettanto bello ‘Fabrizio De André. La storia dietro ogni canzone’ (Edizioni Theoria), che per la prima volta commenta brano per brano, in ordine alfabetico, i testi di Faber. Non solo le 130 canzoni (edite e inedite) pubblicate ufficialmente su disco a suo nome, ma anche quelle, quasi una novantina, dove la presenza è per così dire secondaria, nascosta, discreta o indiretta. Chiudiamo con ‘Lui, io, noi’, scritto dalla compagna del cantante Dory Ghezzi, con Giordano Meacci e Francesca Serafini, i due autori e sceneggiatori che hanno scritto il film-evento di Claudio Caligari Non essere cattivo, nonché il biopic su De André Principe libero, pubblicato da Einaudi nel 2018. Un modo per entrare nel privato dell’artista e il rapporto che questi aveva con Dory Ghezzi, che gli è stata accanto dal ’74 fino alla morte. Un amore destinato a superare il tempo, la morte stessa.