«Il primo passo per avviare l’Italia alla fase 2 è ripartire con decisione ma in sicurezza», così in un comunicato Vittorio Colao, il capo della task force governativa, commenta lo sblocco del paese. «Il nostro Comitato Economico Sociale vuole ora ascoltare e sistematizzare bisogni e opportunità di individui, famiglie e imprese, per consigliare priorità e interventi che possano sostenere il rilancio e la competitività dell’Italia nel 2020-21», ha proseguito il dirigente. Questi ha indicato un «metodo generale» e rimarcato l’importanza dell’app per il tracciamento dei dati. Peccato però che di “Immuni” si siano perse le tracce. Ed è un fatto piuttosto curioso: secondo indiscrezioni l’applicazione sarebbe pronta a rispondere alle linee guida della Commissione europea in rispetto della privacy e del Gdpr. Nonostante questo è ancora inutilizzata, ferma al palo.
Fase 2, Colao: «Rapida adozione dell’app per il tracing», ma Immuni che fine ha fatto?
Il Comitato Economico Sociale nel rapporto consegnato all’esecutivo ha indicato le linee guida da seguire per lo sblocco del lockdown del paese. Colao chiede un’unica regia: «Un’attenzione particolare alla necessità di raggiungere rapidamente un’uniformità su scala nazionale nella gestione di informazioni e dati sul rischio medico sanitario e una tempestiva condivisione dei dati tra Regioni e CTS/Ministero della Salute». Tra i 5 ingredienti essenziali per far ripartire l’Italia il ricorso all’applicazione Immuni. Per questo la task force pretende una «rapida adozione della tecnologia per il contact tracing». Accanto a test sierologici, tamponi e uso di dispositivi come le mascherine, Colao ritiene necessario app per tracciare i contatti di chi risulta positivo al Covid-19 e scongiurare l’insorgenza di eventuali focolai.
La polemica sulla violazione della privacy
Il Comitato di esperti in materia Economica e Sociale (Comitato Economico Sociale) ha avanzato una serie di raccomandazioni specifiche per far sì che venga applicato un «modello» che comporti l’uso di estensivi screening e l’adozione della tecnologia per il tracing (“APP nazionale”). Insomma per il riavvio dell’Italia diventerebbe un tassello fondamentale l’app Immuni, sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons, di cui per la verità si sa molto, ma per via traverse. Dopo la spinta iniziale e la scelta di 74 esperti chiamati dal ministro dell’Innovazione Paola Pisano, dell’applicazione per il tracciamento non se ne è parlato più. Gran clamore ha suscitato da noi, invece, la correlata polemica sull’ipotetica violazione della privacy, che come una bolla di sapone ora si è sgonfiata. Dunque? Che ne sarà di Immuni? Che fine ha fatto? Il Comitato, presieduto dall’ex Ad di Vofafone, ha consegnato nelle mani di Conte nei giorni scorsi il primo rapporto sul lavoro fatto dalla data dell’insediamento, staremo a vedere. leggi anche l’articolo —> Proteste contro Conte, la replica del premier: «Avrei dovuto parlare un linguaggio più diretto»