Fase 2 nuovi contagi. Con una riapertura troppo affrettata, senza tamponi e tracciamento contatti, l’Italia rischia “un’escalation” di morti. Ad affermarlo è uno studio dell’Imperial College di Londra. L’autorevole istituzione scientifica britannica si era già occupata dell’epidemia da Coronavirus in Italia, a proposito dell’efficacia del lockdown. Ora questo nuovo studio, di cui vi proponiamo la sintesi, da leggere soltanto dopo una “imperiale grattata”, come suggerisce Dagospia, primo in Italia a segnalarlo. Lo studio è stato realizzato da un team di ricercatori di tutto il mondo, italiani inclusi, ed è basato su dati reali di fonte italiana (segue dopo la foto)
L’Italia è stato il primo paese europeo ad essere colpito dall’epidemia da COVID-19. “Al 1° maggio 2020 – scrivono i ricercatori dell’Imperial College – le autorità sanitarie italiane hanno riportato 28.238 decessi a livello nazionale. Per controllare l’epidemia, il governo italiano ha implementato una serie di interventi non farmaceutici (NPI), tra cui chiusure scolastiche e universitarie, allontanamento sociale e blocco completo che comporta il divieto di riunioni pubbliche e movimenti non essenziali”. Si tratta dell’ormai noto lockdown, parzialmente allentato il 4 maggio scorso.
Fase 2 nuovi contagi: “Italia ancora lontana dall’immunità di gregge”
Nello studio, i ricercatori del LIC misurano “l’effetto degli interventi non farmaceutici sulla trasmissione utilizzando i dati sulla mobilità media. Stimiamo – scrivono – che il numero medio di riproduzione (una misura dell’intensità di trasmissione) sia attualmente inferiore a uno per tutte le regioni italiane, e in modo significativo per la maggior parte delle regioni”. Ma “nonostante il gran numero di decessi, la percentuale di popolazione che è stata infettata dalla SARS-CoV-2 (il tasso di “attacco”, ndr) è lontana dalla soglia di immunità di gregge in tutte le regioni italiane” Il tasso più alto viene osservato in Lombardia (13,18% -10,66 % -16,70%).
Fase 2 senza tracciamento contatti e tamponi: l’Italia rischia un numero di morti più alto che nella fase 1
L’Italia ha in programma, come sappiamo, di allentare ulteriormente le misure restrittive già in parte ridotte dal 4 maggio 2020. “Dato il controllo ottenuto” da queste misure “prendiamo in considerazione tre scenari per le prossime 8 settimane”, scrivono i ricercatori britannici. “Uno scenario in cui la mobilità rimane la stessa del blocco, uno scenario in cui la mobilità ritorna ai livelli di pre-blocco del 20% e uno scenario in cui la mobilità ritorna ai livelli di pre-blocco del 40%”.
“Gli scenari esplorati – chiarisce lo studio – presuppongono che la mobilità sia ridimensionata in modo uniforme in tutti i casi, che il comportamento rimanga lo stesso di prima deIla dichiarazione del lockdown. Inoltre, lo studio dell’ICL prende in considerazione il fatto che in Italia “non sono stati introdotti interventi farmaceutici, che non si è reso operativo un sistema di tracciamento dei contatti per tenere sotto controllo i contagi” e inoltre che non si sono effettuati “test e isolamento di casi confermati o sospetti”.
“Alcuni di questi fattori, come il tracciamento dei contatti, saranno probabilmente introdotti e contribuiranno alla riduzione della trasmissione del virus. Pertanto le nostre stime – scrivono i ricercatori londinesi – dovrebbero essere viste come proiezioni pessimistiche. Scopriamo che, in assenza di ulteriori interventi, anche un ritorno del 20% alla mobilità pre-lockdown potrebbe portare a una ripresa del numero di morti molto maggiore di quanto si sia verificato nell’ondata attuale in diverse regioni. I futuri aumenti del numero di decessi verranno osservati dopo l’aumento dell’intensità di trasmissione e quindi una seconda ondata non sarà immediatamente evidente con il monitoraggio giornaliero dei decessi.
“Monitorare contagi e mobilità per evitare escalation di morti”
“I nostri risultati suggeriscono che la trasmissione SARS-CoV-2 e la mobilità dovrebbero essere attentamente monitorate nelle prossime settimane e mesi”. Servono quindi tamponi a tappeto e e App per il tracciamento dei contatti. Questo servirà “per compensare l’aumento della mobilità che si verificherà a causa dell’allentamento delle restrizioni”. Ma anche per monitorare “l’adesione alle misure di allontanamento sociale raccomandate insieme alla sorveglianza della comunità rafforzata”. La sorveglianza è essenzialmente questa: “test dei tamponi, tracciamento dei contatti e l’isolamento precoce delle infezioni”. Si tratta di operazioni di “fondamentale importanza per ridurre la rischio di rinascita nella trasmissione”, concludono i ricercatori dell’Imperial College. >> Tutte le notizie sul Coronavirus