Febbraio, lo sappiamo, è il mese più breve dell’anno – e quest’anno, iniziando di lunedì e finendo di domenica, è anche un regalo per i fanatici della perfezione. E’ un mese anomalo in tutto e per tutto. Perché, ci chiediamo, invece di aggiungere un anno bisestile ogni quattro, non si potevano creare meno mesi da 31 giorni per far quadrare i conti? La risposta è da ricercare nella storia dei creatori del calendario vincente. Vincente perché in seguito avrebbe scalzato tutti gli altri calendari inventati nel mondo, diventando (quasi) l’unico modo di tenere conto di anni e mesi.
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Le origini: il calendario romano
La prima suddivisione dell’anno è attribuita a Romolo, leggendario fondatore di Roma. Ai tempi di Romolo, i mesi erano solo dieci, partivano da marzo e finivano a dicembre. I giorni calcolati erano solo 304, poiché il periodo invernale, poco rilevante sul piano bellico e agricolo, non era considerato. I primi quattro mesi erano dedicati alle divinità: Martius per Marte, Aprilius per Afrodite, Maius per Maia e Iunius per Giunone. Dal quinto in poi, i nomi derivavano dal loro ordine: quintilis, sextilis, september, october, november, december. Nel 713 a.C. il re di Roma Numa Pompilio aggiunse i mesi di ianuarius (gennaio) e februarius (febbraio) alla fine del calendario. Si decise quindi di dedicare l’ultimo mese dell’anno alla purificazione, in latino februare, e al dio etrusco Februus. Questa suddivisione tuttavia era imprecisa. Per mantenere il calendario allineato con le stagioni, venne aggiunto ogni due anni un mese intercalare, il mercedonio.
Giulio Cesare
Nel 46 a.C. Giulio Cesare, in qualità di pontefice massimo, emanò un nuovo calendario solare elaborato dall’astronomo egizio Sosigene di Alessandria. Si iniziò a contare gli anni dal primo gennaio (anziché dal primo marzo) e venne introdotto l’anno bisestile al posto del mese intercalare. Una prima teoria sostiene che, nel calendario giuliano, febbraio contasse di norma 29 giorni, e 30 negli anni bisestili. Quando il Senato decise di dedicare l’ottavo mese dell’anno a Ottaviano Augusto, qualcuno fece notare che quel mese contava solo 30 giorni, mentre luglio, dedicato a Giulio Cesare, ne contava 31. Per non fare torto al caro imperatore Augusto, si decise di togliere un giorno a febbraio per aggiungerlo ad agosto. Una teoria diversa sostiene invece che fin dall’inizio febbraio avesse 28 giorni, e che per questo fosse considerato sfortunato (secondo i romani, i numeri pari erano di cattivo auspicio).
Il calendario gregoriano
Il calendario di Giulio Cesare fu mantenuto fino al 1582, anno in cui papa Gregorio XIII introdusse quello che in suo onore fu chiamato Calendario gregoriano. Vennero apportate alcune modifiche, ma febbraio restò l’unico mese di 28 giorni. Ancora oggi nella maggior parte del mondo viene utilizzato questo calendario. Altri calendari paralleli sono utilizzati, per esempio, per le festività religiose.
L’anno bisestile nella scienza
Per capire invece le logiche dell’anno bisestile, bisogna fare riferimento all’astronomia. La terra gira intorno a sé stessa e intorno al Sole. Per terminare il suo percorso essa impiega esattamente 365 giorni e 6 ore. Se un anno solare si compone di 365 giorni, vuol dire che le 6 ore sono in eccesso. Per questo motivo, queste finiscono per formare, ogni 4 anni, un giorno che si aggiunge a febbraio. >> Tutte le news