Due persone dell’est dell’Inghilterra sono risultati contagiati da una malattia molto simile al virus Ebola. Una terza persona è monitorata dai capi sanitari. Secondo quanto riferito da «Il Giornale» si tratterebbe della Febbre di Lassa, una malattia emorragica virale acuta. A dare la notizia dal Regno Unito il quotidiano “The Sun”, che ha spiegato che non sarebbe una forma mortale.
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Febbre di Lassa in Inghilterra, come si trasmette da uomo a uomo: perché preoccupa
Tre persone nel Regno Unito potrebbero aver contratto una malattia che ricorda la Febbre di Lassa. “I casi sono all’interno della stessa famiglia e sono legati a recenti viaggi in Africa occidentale”, ha affermato la dottoressa Susan Hopkins, Capo consigliere medico dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa), sentita dal “Sun”. “Il rischio complessivo per il pubblico è molto basso. Stiamo contattando le persone che hanno avuto contatti stretti con i casi prima della conferma della loro infezione, per fornire valutazioni, supporto e consigli adeguati”, ha aggiunto l’esperta. ll dottor Sir Michael Jacobs, consulente in malattie infettive presso il Royal Free London, ha dichiarato che il Royal Free è un centro specializzato per queste patologie.
“La nostra unità di sicurezza è gestita da un team altamente qualificato ed esperto di medici, infermieri, terapisti e personale di laboratorio ed è progettata per garantire che il nostro personale possa curare in sicurezza i pazienti con questo tipo di infezioni”, le sue parole.
Quanto è pericolosa e quali sono i principali sintomi
Ma che cos’è la febbre di Lassa e come si trasmette? Quanto è pericolosa? Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità “la febbre di Lassa fa parte del gruppo delle febbri emorragiche virali (Fev), patologie di origine virale a carattere sistemico, caratterizzate da esordio improvviso, acuto e spesso accompagnate da manifestazioni emorragiche. In generale, gli agenti responsabili delle Fev sono virus a Rna (arenavirus, bunyavirus, filovirus, flavivirus), la cui sopravvivenza è garantita da serbatoi naturali come animali o insetti”. Le persone che di solito prendono il virus potrebbero essersi esposte a cibo o oggetti ricoperti da urina o feci di ratto. Ma non solo.
La febbre di Lassa prende il nome dalla città nigeriana in cui, nel 1969, due infermiere missionarie morirono a causa di questa malattia, fino ad allora sconosciuta. Essa è trasmessa dal contatto diretto con escreti di roditori o tramite aerosol di escreti e saliva dei roditori. “In alcuni casi, dopo la trasmissione accidentale, può avvenire la trasmissione da uomo a uomo, per contatto diretto con sangue, tessuti, secrezioni o escreti di persone infette, soprattutto in ambito familiare e nosocomiale”, si legge sul portale scientifico.
Sempre l’Istituto Superiore di Sanità chiarisce che nell’80% dei casi, la febbre di Lassa si sviluppa in forma lieve o addirittura asintomatica, ma può presentarsi come malattia sistemica grave nel restante 20%. I sintomi iniziali sono febbre, cefalea, mialgie, faringodinia con essudato tonsillare, difficoltà ad alimentarsi (disfagia). E ancora: tosse secca, dolore toracico (a volte forte dolore retrosternale), crampi addominali, nausea, vomito e diarrea. Leggi anche l’articolo —> Omicron, come curarsi a casa: i farmaci da prendere e gli errori da evitare