Filippo Rossi, fondatore della Buona Destra, è intervenuto su Radio Radicale, intervistato da Massimiliano Coccia. Ai microfoni della storica emittente dei radicali italiani, Rossi ha raccontato il percorso personale e politico che ha portato alla nascita del nuovo movimento. Una creatura nata in antitesi con la “cattiva” politica che, soprattutto a destra, sta condizionando negativamente il futuro dell’Italia. A partire dal nome, “Buona Destra”, che coincide con tutto il lavoro culturale, sociale e politico che Filippo Rossi ha svolto negli ultimi anni.
Buona Destra, un modo differente di essere “destra”: a ottobre evento nazionale a Roma
A Coccia che gli chiede di illuminare la strada che ha portato al nuovo movimento politico, Rossi a partire dal libro-manifesto “Dalla parte di Jekill – Manifesto per una Buona Destra” ha spiegato la necessità di uno spazio per una destra diversa, migliore dell’attuale cosiddetta “sovranista” che basa la sua azione su propaganda e odio, facendo leva soltanto sulle paure degli italiani.
«La Buona Destra è un percorso politico e culturale – spiega Rossi – un percorso che abbiamo deciso con migliaia di amici che la pensano allo stesso modo, in tutta Italia. Daremo vita ad un movimento politico vero e proprio: ad ottobre, a Roma, ci sarà un grande evento nazionale che rappresenterà la costituente della Buona Destra. Il primo passo, verso il congresso del nuovo partito che si terrà nella primavera del 2021».
«Delineiamo – prosegue Rossi – una destra anti-sovranista, anti-estremista. La parola ‘moderata” non è sufficiente a descrivere il posizionamento del nuovo partito, che è proiettato al futuro facendo leva sul buon senso e sul rigore, su innovazione e bellezza».
«Sconfiggere l’anomalia tutta italiana di una destra estremista»
Sconfiggere l’anomalia tutta italiana di una destra estremista che pretende di rappresentare i moderati. A Massimiliano Coccia che chiede come si fa ad essere una “buona destra” oggi in uno schieramento a trazione Lega-Fratelli d’Italia, dove pesa l’assenza di un contenitore politico per moderati, liberali e liberal-socialisti, Rossi risponde: «Noi partiamo da un’analisi molto chiara. In tutta Europa esistono due tipi di destre, esistono come in Francia una destra repubblicana “Gollista” ed una destra estremista come il Lepenismo che non a caso simpatizza ed è alleata di Salvini e Meloni. Sono due destre che si affrontano, si combattono anche, di certo sono avversarie. Non sono quasi mai alleate, come lo sono invece in Italia Lega e Fdi. Ecco, in Italia manca questa destra liberale, seria e anche solo ‘decorosa” che in altri paesi europei è invece perno dei sistemi politici».
Una destra che vuole stare in politica «senza urlare sempre – incalza Rossi – analizzando la complessità e non semplificando sempre. La differenza è tutta qui ma è una differenza epocale. Tant’è che io non capisco più ormai come fanno gli amici di Forza Italia a fare da zerbino agli estremisti. In Italia, in 15 anni, siamo passati da uno schieramento di destra moderata con due grandi partiti come Forza Italia e Alleanza Nazionale ad uno di estrema destra, con a capo un movimento – la Lega – che non è nato come forza politica di estrema destra. Un’estrema destra che oggi pretende di coprire tutto l’arco della destra italiana. Noi vogliamo sconfiggere questa anomalia italiana».
Poi alla domanda se questo sia stato alimentato anche dal grande successo di Trump e della nuova fase dei Repubblicani in Usa, Rossi risponde che «anche in America esistono una buona destra e una ‘cattiva’ destra dentro ai Repubblicani e che il conflitto al loro interno è sempre aperto». Poi sottolinea che «in Europa, invece, la destra populista e sovranista è quasi ovunque perdente, solo in Italia abbiamo questa anomalia», conclude Rossi.
Filippo Rossi: «Ci deve essere una strada che sia di rigore ed umanità»
Ad una domanda sul cavallo di battaglia che ha portato la Lega al governo con il primo esecutivo Conte, l’immigrazione, Filippo Rossi risponde citando Roberto Saviano. «Salvarli tutti non significa accoglierli tutti – dice il leader della Buona Destra – Il nodo è tutto qui. Ci deve essere una strada che sia di rigore ed umanità. L’affermare l’umanità di non lasciare morire esseri umani in mare non significa aprire le frontiere a chiunque. Noi stiamo già lavorando a questo: un pool di esperti è già al lavoro sulla nostra prima proposta organica sull’immigrazione, che sarà presentata subito dopo l’assemblea costituente della Buona Destra».
«Dobbiamo sconfiggere il sovranismo e il populismo sul suo stesso terreno. La follia italiana è stata quella di aver delegato ai privati la gestione di un’emergenza umanitaria e nazionale come l’immigrazione. Non è una posizione di sinistra, la destra che preferisce la sinistra è quella ‘brutta, sporca e cattiva’, proprio quella che fa vincere la sinistra. E chi governa in Italia oggi?». >> Tutte le notizie di politica italiana