10 febbraio 2020. Oggi si celebra la Giornata del Ricordo della Foibe, uno dei tanti orrori della Seconda Guerra Mondiale, una delle pagine più controverse, spesso strumentalizzata per finalità politiche. In un’intervista realizzata da Antonio Rapisarda per Libero Quotidiano la cugina di Norma Cossetto, studentessa di Lettere istriana trucidata nell’ottobre del ’43, dopo essere stata stuprata e linciata, ha voluto replicare all’Anpi, che a Lecce ha definito “presunta martire” la giovane, opponendosi all’intitolazione di una via per lei.
Foibe, parla la cugina di Norma Cossetto: «Basta col mito del partigiano buono»
Insieme ai suoi fratelli, Diana Cossetto ci tiene a mantenere viva la memoria di Norma, medaglia d’oro della Repubblica e simbolo dell’oppressione comunista nel confine orientale: «Il mio cognome rappresenta una forte responsabilità. Perché sento, con i miei parenti, il dovere di parlare della storia di Norma Cossetto, delle Foibe e degli esuli ai ragazzi e alle nuove generazioni. Portiamo con orgoglio questo cognome perché siamo orgogliosamente figli di due esuli istriani. Un popolo fiero e laborioso che ha dovuto, da niente, ricominciare a vivere con dolore e sacrificio. Per tutto ciò siamo orgogliosi di chiamarci Cossetto!», ha spiegato la donna. Diana Cossetto, che ha raccolto il testimone della cugina, ha parlato poi di negazionismo: «Noi i crimini li conosciamo bene, li conoscevamo già nel ristretto ambito degli esuli e delle nostre storie personali. Adesso però che le atrocità vengono portate sotto i riflettori con la Giornata di ricordo con il film Red Land, con il fumetto Foiba Rossa, con il Magazzino 18 di Simone Cristicchi. Adesso che questa vicenda inizia a diventare un patrimonio storico-culturale degli italiani probabilmente questo esercizio democratico crea nervosismo, fastidio. A chi fino a oggi ha creato il mito del partigiano comunista ‘eroe buono’».
«È stata una martire perché era una ragazza che non aveva fatto del male a nessuno…»
In merito all’evento organizzato dall’Anpi alla Biblioteca del Senato Diana Cossetto ha dichiarato: «Dare all’Anpi la possibilità di parlare al Senato delle foibe sappiamo benissimo che scopo ha: giustificare, ridurre il fenomeno. È ora di finirla. È stata una scelta inopportuna. Tra l’altro noi come comitato dei familiari delle vittime avevamo scritto una lettera di protesta. Che dire: si fanno dei passi avanti istituzionali per poi farne altrettanti indietro…». La donna ha apprezzato, invece, le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Con questo gesto le istituzioni si sono dimostrate vicine, attente, sensibili alla tragedia che ha colpito la gente istriana, fiumana, dalmata e giuliana. Le sue parole mi hanno aperto il cuore, toccando tutti gli argomenti che noi da anni portiamo avanti nel silenzio e che via via, per fortuna, sono diventati patrimonio nazionale!». Sul finale qualche parola sul «martirio» subito da Norma Cossetto: «Non è stata la sola: ci sono state le esecuzioni senza processo, gli annegamenti, le fucilazioni, gli stupri. Tutto questo contro civili inermi. E quindi lo ribadisco. Norma è stata una martire perché era una ragazza che non aveva fatto del male a nessuno. Era la figlia del podestà fascista, possedeva la tessera Guf come migliaia di studenti che prenderanno poi la tessera del Pci.…. Norma non si è genuflessa, non ha accettato di collaborare con i partigiani. Ma non odiava e non aveva mai ferito nemmeno una mosca. Contro di lei è stata fatta una violenza inaudita».