La morte di George Floyd è diventata un gioco. Anche su un caso come questo l’America è riuscita a dividersi: se da una parte le folle si sono aizzate per chiedere giustizia, un’altra ala della popolazione si è inventata la “George Floyd Challenge”. E grazie alla forza dei social network la macabra trovata è spopolata nel giro di pochissimo. Cos’, gli utenti si sfidano nel simulare i momenti dell’arresto, gli stessi che hanno portato alla morte del 46enne afroamericano. A “giocare”, come si poteva immaginare e a dimostrazione di come il razzismo sia un problema sistemico in America, sono ragazzi adolescenti… bianchi.
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George Floyd Challenge, la nuova sfida che spopola
Con un ginocchio, quindi, fingono di soffocare la vittima e postano le foto sui loro profili. Divertiti, si riprendono sorridenti. Lo definiscono un “gioco”. Un utente sfida un altro, che a sua volta è chiamato a fare il nome di un altro ancora e così via. Fino a creare un vero e proprio trend con tanto di hashtag, foto e video. E la cosa più tragica è che a “divertirsi” sono proprio dei ragazzi adolescenti americani bianchi, gli stessi che ci si aspetta comprendano il problema del razzismo più degli anziani. Invece, al contrario, questa è la dimostrazione di un problema sistemico che sarà difficile da debellare, visto che anche le nuove generazioni lo lasciano correre tra le loro vene, e invece che indignarsi lo trasformano in una forma di divertimento.
Le foto hanno incominciato a circolare prima su Twitter, dove il thread si sta allungando notevolmente con pagine dedicate e messaggi sia di chi ha accettato la sfida, sia di chi invece la condanna. Ora sono su tutti i social network.
FYI: Racists are now doing the “George Floyd challenge” on social media. pic.twitter.com/4UuTsfRGlD
— Stephen Punwasi 🏚️📉🐈☃️ (@StephenPunwasi) June 4, 2020