Lo studio della fondazione italiana Gimbe sull’andamento della pandemia da Covid non dà risultati confortanti. Nella settimana 29 dicembre-5 gennaio in Italia si è registrata una crescita della curva dei contagi di quasi un terzo, dopo sei settimane di calo. Per la fondazione Gimbe si intravede l’inizio della terza ondata. Il sistema delle fasce di colori per le regioni avrebbe dato risultati meno efficaci di quanto non si credesse.
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Covid, rilevazioni Gimbe
La curva dei contagi da Covid è in risalita del 27% dopo sei settimane consecutive di calo a fronte di un’imponente riduzione dei tamponi. Così riporta Agi, che fa il punto dei risultati dell’indagine Gimbe. La pressione sugli ospedali è stabile, con area medica e terapie intensive sopra la soglia di saturazione in metà delle regioni. Nella settimana 29 dicembre-5 gennaio, i decessi sono stati 3.300, con un 3,6% in più rispetto alle settimane precedenti. Rispetto alla settimana precedente (22-29 dicembre), vi è stato un incremento dei nuovi casi (114.132 vs 90.117) e del rapporto di positività dei tamponi (30,4% vs 26,2%). Restano stabili gli attualmente positivi (569.161 vs 568.728), come i numeri dei ricoverati nelle aree Covid e nelle terapie intensive.
Gimbe: “Si intravede la terza ondata”
“Si intravede l’inizio della terza ondata con numeri troppo elevati per riprendere il tracciamento, il reale impatto del vaccino è molto lontano e i dati sulle nuove varianti sono preoccupanti“. Così la fondazione Gimbe. Secondo il presidente Nino Cartabellotta, la pericolosità dei numeri è sottostimata a causa della “decisa frenata dell’attività di testing nelle ultime due settimane accompagnata dal netto aumento del rapporto positivi/casi testati che schizza al 30,4%”. Infatti, dal 23 dicembre al 5 gennaio il numero di tamponi effettuati si è ridotto del 20,9% rispetto ai 14 giorni precedenti.
Il sistema delle regioni ‘a colori’
Il sistema regioni “a colori”, secondo il rapporto Gimbe, è da rivedere, perché sta dando risultati modesti a fronte di costi economici e sociali elevati. In quasi tutte le regioni si registra un incremento percentuale dei casi, le curve dei ricoveri e delle terapie intensive mostrano i primi cenni di risalita. In questa fase è molto complesso valutare lo sviluppo della curva in relazione alle restrizioni e agli allentamenti introdotti nelle regioni con tempistiche differenti. Tenendo conto dell’impatto delle misure, che si riflette a circa tre settimane di differenza, gli effetti delle misure introdotte con i Dpcm del 3 novembre si sono definitivamente esauriti. I cenni di risalita della curva che sperimentiamo ora sono la conseguenza degli allentamenti che hanno portato l’Italia quasi completamente in zona gialla eccetto Campania e Abruzzo.
Pertanto le conseguenze del Dpcm che ha determinato chiusure ed aperture nel periodo delle festività si vedranno in un quadro completo solo a metà gennaio. “Le nostre analisi – sottolinea Cartabellotta – documentano che, a circa 5 settimane dal picco, il sistema delle regioni ‘a colori’ ha prodotto effetti moderati e in parte sovrastimati”. >> Tutte le news