Nei giorni scorsi La Verità ha pubblicato il contenuto di alcune chat whatsapp risalenti al 2018. Le conversazioni avvenivano tra magistrati, e avevano per oggetto alcune accuse rivolte a Matteo Salvini. Di seguito il leader del Carroccio ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella quale è stato chiesto di garantirgli il diritto a un processo equo, di fronte a un giudice terzo e imparziale. Oggi anche Giorgia Meloni ha commentato la vicenda delle chat dei magistrati, definendo i giudici e i pm coinvolti “un insulto allo Stato”.
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Giorgia Meloni chat magistrati: “Un insulto allo Stato”
Li ha descritti come “un insulto allo Stato e alla stragrande maggioranza dei magistrati che ogni giorno servono fedelmente la Nazione e rispettano la separazione dei poteri”. Senza giri di parole, Giorgia Meloni ha commentato così il caso delle chat dei magistrati fuoriuscite e pubblicate nei giorni scorsi. In alcune conversazioni, il nodo del discorso era proprio il suo collega Matteo Salvini e la questione del processo di sequestro di persona a Catania, per il caso Gregoretti. “Inaccettabile che dei magistrati dicano che l’allora ministro dell’Interno debba essere attaccato penalmente, per calcolo politico, anche se agiva correttamente.
In uno Stato normale questi personaggi sarebbero cacciati dalla magistratura. Mi aspetto un immediato intervento del Csm e del presidente Sergio Mattarella”, ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia. Inoltre, per la Meloni questa è anche un’ottima occasione per mettere finalmente mano alla riforma della giustizia: “La prima cosa da fare è liberare la magistratura dal cancro delle correnti, dal mercanteggiamento di poltrone e dai giochi di potere della politica”, conclude Meloni.
Giorgia Meloni chat magistrati: “Bisognerebbe cacciarli dalla magistratura”
Lo scorso febbraio è arrivato il via libera da parte del Senato per procedere al processo nei confronti di Matteo Salvini per il caso Gregoretti. Il leader della Lega, infatti, è accusato di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di 116 persone che si trovavano a bordo di navi della Marina militare italiana. Certamente la chat dei magistrati pubblicata nei giorni scorsi ora rischia di complicare le cose. Dopo una telefonata da parte del Capo dello Stato, Matteo Salvini ha inviato al Presidente Mattarella una lettera. Lì ha richiesto che gli venisse garantito “il diritto a un processo giusto, davanti a un giudice terzo e imparziale“. Si fa riferimento nello specifico al pm Luca Palamara, già indagato per corruzione da Perugia.
Nelle conversazioni, infatti, appare un suo messaggio: “Salvini ha ragione, ma va attaccato”. Proprio questa frase è l’oggetto della accuse del leader del Carroccio. Lo stesso concetto, però, non viene mai rilanciato dagli altri colleghi del magistrato.
Matteo Salvini preoccupato per il processo: “I magistrati concordavano come attaccarmi”
La Lega e in particolare Matteo Salvini, nonostante questo, considerano quelle parole la rappresentazione della magistratura italiana. E in particolare del suo atteggiamento ostile nei confronti del leader del Carroccio. In realtà, Salvini sta probabilmente cavalcando l’onda dell’indignazione, ma dovrebbe ricordare che proprio i giudici di Catania chiesero per lui l’archiviazione, istanza poi respinta dal Tribunale dei ministri. E che dopo il passaggio in Parlamento, il Senato ha dato il via libera per procedere con il processo previsto per ottobre. Nella lettera, invece, Salvini scrive: “L’articolo della Verità documenta uno scenario gravissimo: diversi magistrati nei loro colloqui privati concordavano su come attaccare la mia persona”. Fa riferimento a “diversi magistrati”, quando in realtà solamente Palamara ha pronunciato quelle parole nei suoi confronti.
Secondo il leader della Lega, però, l’uscita di Palamara basta per sostenere che “è innegabile che la fiducia nei confronti della Magistratura adesso vacilla al cospetto delle notizie sugli intendimenti di alcuni importanti magistrati”. >>Tutte le notizie di UrbanPost