Giuseppe Conte indagato: le denunce sulla gestione dell’emergenza coronavirus in Italia hanno portato i pm di Roma ad emettere degli avvisi di garanzia. Raggiunti dalla comunicazione Giuseppe Conte e sei ministri. Il fascicolo, sul tavolo della procura di Roma, nasce da un susseguirsi di denunce depositate, negli ultimi mesi, da diversi cittadini. Senza conoscerne ancora a pieno i dettagli, si fa riferimento agli articoli del codice penale sulla pena in concorso (articolo 110), epidemia (articolo 438), delitti colposi contro la salute pubblica (articolo 452) e omicidio colposo (articolo 589). Ma anche abuso d’ufficio (articolo 323), attentato contro la costituzione dello Stato (articolo 283) e attentati contro i diritti politici del cittadino (articolo 294).
Leggi anche >> Coronavirus rientri dall’estero, Speranza: «Tre le ipotesi in campo», scontro sul vaccino
Giuseppe Conte indagato, con lui sei ministri: “Atto dovuto”
“È un atto dovuto…”, fanno sapere da Palazzo Chigi riferendo dell’avviso di garanzia nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. “La trasmissione al Collegio – precisano – è stata accompagnata da una relazione nella quale l’ufficio della Procura ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare”. Intanto, sia Conte che i ministri coinvolti nell’indagine si sono resi disponibili a “fornire ai magistrati ogni elemento utile a completare l’iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione”.
Denunce raccolte in tutta Italia
L’indagine, nata dalle denunce raccolte in tutta Italia dall’avvocato Carlo Taormina, riguarda l’attività svolta dall’esecutivo nella gestione dell’emergenza coronavirus. Le accuse ipotizzano, per il governo, i reati di epidemia colposa, omicidio colposo e delitti colposi contro la salute pubblica per non aver fatto abbastanza nella lotta contro il virus; e – d’altro canto – i reati di abuso d’ufficio e attentato contro i diritti politici del cittadino per aver adottato il lockdown in tutta Italia quale misura sproporzionata rispetto alla situazione. >> Zangrillo: «Contagiati non significa essere malati», scoppia polemica: «Una bestemmia»