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Riforma Cartabia, chiesta la fiducia sulla Giustizia: “Draghi stufo dei giochetti del M5s”, retroscena

23/07/2021 10:57 - Aggiornamento 23/07/2021 11:06

Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità l’autorizzazione della fiducia sulla Riforma Cartabia. Il premier Mario Draghi durante la conferenza stampa di ieri, giovedì 22 luglio 2021, aveva annunciato la richiesta. «Oggi abbiamo fatto un passaggio abbastanza rapido in Consiglio dei Ministri per ciò che riguarda la giustizia. La presenza della ministra Cartabia è un impegno a tenervi informati sempre in tema di cambiamenti sulla giustizia», ha spiegato il presidente del Consiglio, che già nel colloquio privato con il leader in pectore del M5s Conte aveva sottolineato che il pacchetto leggi è questione urgente per l’Italia per averi i finanziamenti del Recovery Fund.

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Riforma Cartabia, chiesta la fiducia sulla Giustizia: “Draghi era stufo dei giochetti del M5s”

«Ho chiesto l’autorizzazione a porre la fiducia. C’è stato un testo approvato all’unanimità in Cdm e questo è un punto di partenza, siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico, si tratterà di tornare in Consiglio dei Ministri», ha detto in conferenza stampa Draghi precisando che «il ministro Cartabia è molto disponibile» al dialogo. La richiesta è dovuta alla volontà del governo di mettere un punto fermo: difatti il premier si è detto aperto a modifiche di carattere tecnico, ma non a stravolgimenti. Osservazioni che alcuni giornali hanno definito una risposta chiara al MoVimento, che ha presentato ben 917 emendamenti. “Un colpo basso per i 5 Stelle che avrebbero voluto contrattare fino alla fine su molti punti del decreto, quello della prescrizione e dell’improcedibilità in primis. Resta da capire cosa deciderà di fare Giuseppe Conte adesso”, si legge per esempio su “Libero”. Il quotidiano di Sallusti rilanciando voci di palazzo sottolinea che il premier era “stufo dei giochetti dei grillini”. 

Al momento sul tavolo della ministra Cartabia ci sono 1.631 proposte di modifica. La Guardasigilli in conferenza stampa ha rimarcato che le sta a cuore che il testo sia il più possibile condiviso: «Il tema della riforma della giustizia è difficile ma ineludibile, il problema della durata dei processi è grave in Italia. Questa non è la riforma della prescrizione. Ma la riforma complessiva del sistema giustizia che ha lo scopo di abbreviare i processi lunghi ed evitare impunità».

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Il premier: «Nessuno vuole sacche di impunità, bene processi rapidi e tutti i colpevoli puniti, è bene mettere in chiaro da che parte stiamo»

A gamba tesa, in tal senso, è intervenuto pure il premier Draghi, che secondo alcune fonti, che circolavano da giorni, era stufo dell’atteggiamento del M5s, che ancora non ha mandato giù la cancellazione della riforma di Bonafede. «Nessuno vuole sacche di impunità, bene processi rapidi e tutti i colpevoli puniti, è bene mettere in chiaro da che parte stiamo. Il testo della riforma della giustizia è stato approvato dal CdM poi faremo di tutto per arrivare ad un testo condiviso», ha detto l’ex numero uno della Bce. Sempre in conferenza stampa Draghi ha detto fermo: «Chiedere la fiducia può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco o durante il semestre bianco, ma la diversità è molto sopravvalutata. Chiederla cinque o sei giorni prima è come chiederla durante perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sarebbero comunque. Una riforma come quella della giustizia deve essere condivisa ma non è giusto minacciare un evento, la consultazione elettorale, se non la sia approva».

La discussione della riforma Cartabia prenderà il via alla Camera il prossimo 30 luglio. Obiettivo di Draghi sarebbe quella di vederla approvata entro agosto 2021. Leggi anche l’articolo —> Draghi gela Salvini: «L’invito a non vaccinarsi è a morire», retroscena dalle stanze di via Bellerio

riforma Cartabia