Green Pass, cabina di regia retroscena – Draghi è di poche parole, lo si è capito. Ascolta molto prima, fa una sintesi delle anime della sua ampia maggioranza poi. È il suo modo di agire, la cifra che ha caratterizzato grossomodo tutti gli incarichi assolti nel tempo. Ma non indietreggia di un millimetro il premier, se è convinto della sua posizione; soprattutto non ama creare precedenti. Non ci sono mai stati scontri accesi durante le varie riunioni del governo. Almeno fino a ieri: “Libero Quotidiano”, che cita un retroscena del “Corriere della Sera”, parla infatti di un forte scambio di battute tra Dario Franceschini e Roberto Speranza. Un confronto talmente aspro nei toni da richiedere l’intervento del presidente del Consiglio, che si è sentito chiamato in causa.
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Green Pass, cabina di regia scontro tra Franceschini Speranza: Draghi interviene
L’estensione del Green Pass è stata votata all’unanimità. A rivelarlo è stato il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Dunque, certificato verde per tutte le categorie di lavoratori: per andare non solo a scuola o in ospedale, ma anche in ufficio sarà necessario averlo. «Questo decreto è pensato per continuare ad aprire», la dichiarazione lapidaria che avrebbe fatto Mario Draghi ai suoi ministri, pubblicata stamani sui principali quotidiani. E pare quasi una sonora risposta a Giorgia Meloni di Fratelli di Italia, l’unico partito all’opposizione, che nelle scorse ore aveva parlato di «misura irragionevole», volta a celare l’«ipocrisia» di non volere l’obbligo vaccinale. Per arrivare all’estensione del Green Pass è stato necessario dibattere molto in cabina di regia. Non è stata una scelta presa, come dire, “a cuor leggero”. Gli intenti però dell’esecutivo sono chiari: da un lato l’uso del certificato verde è un incentivo a vaccinarsi; dall’altro è un modo per mettere in sicurezza gli ambienti di lavoro. L’onere di illustrare il provvedimento, a fine giornata, se lo sono assunto i ministri Roberto Speranza, Andrea Orlando, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta. Non c’era il ministro Giorgetti (che avrebbe spinto per i prezzi calmierati dei tamponi), ma «per un impegno», come ha subito chiarito lui ai giornalisti.
«Non faccio norme ad hoc», il retroscena
In cabina di regia si è parlato dei tamponi gratis, tema caro alla Lega di Salvini, ma anche dell’impossibilità a licenziare nel caso di mancato possesso del Green Pass. Non solo: si è discusso anche di possibili nuovi interventi per consentire alle discoteche di ripartire e di riportare alla piena capienza teatri e cinema. Ed era una delle proposte, quest’ultima, su cui spingeva il ministro dei beni culturali. Prima di recarsi in conferenza stampa Roberto Speranza, proprio a tal proposito, pare abbia avuto un forte scambio di vedute con Dario Franceschini. Il ministro della Salute sembra non fosse d’accordo a riportare i teatri e cinema pieni al 100%. E nella conversazione si sarebbe inserito il premier Draghi, rispondendo seccatamente all’esponente del Pd.
Green Pass cabina di regia, Draghi replica duro al ministro Franceschini: «Il Parlamento farà quel che ritiene»
“Non faccio norme ad hoc”, ha detto il presidente del Consiglio. “Ma così il governo andrà sotto in Parlamento”, ha ribattuto Franceschini, secondo quanto riporta in un retroscena il «Corriere della Sera». E l’ex numero uno della Bce tranchant: “Il Parlamento farà quel che ritiene. Noi prima valuteremo la situazione epidemiologica e poi decideremo”. Se ne riparlerà dunque a metà ottobre, la tensione è alle stelle. Leggi anche l’articolo —> Mario Draghi tra i 100 più influenti del mondo secondo il “Time” (è l’unico italiano)