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Hiroshima, 75 anni fa la prima bomba atomica che rase al suolo il Giappone

06/08/2020 14:54

Oggi per il Giappone è un giorno importante. Ricordando ciò che avvenne quel maledetto 6 agosto del 1945, l’intera nazione si stringe in un silenzio spettrale per commemorare le vittime e la devastazione che non potrà mai essere dimenticata. Esattamente 75 anni fa, ore 8:15 del mattino, l’aviazione militare statunitense sganciò “Little Boy”, la prima bomba atomica della storia su Hiroshima. Fu il primo dei due attacchi nucleari che misero la parola “fine” alla seconda guerra mondiale. Tre giorni dopo, il 9 agosto, Nagasaki venne rasa al suolo da “Fat man”, il secondo ordigno nucleare americano. Niente più fu come prima, non solo per il Giappone ma per l’umanità intera.

Hiroshima bomba atomica

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Hiroshima e Nagasaki, 75 anni dopo la devastazione della bomba atomica

Solo lo spostamento d’aria della prima bomba atomica su Hiroshima stroncò all’istante 70mila anime, dei corpi non si trovò nulla. Il bilancio raddoppiò nei mesi successivi. L’intera città fu rasa al suolo dall’energia sprigionata dalla scissione nucleare dei nuclei di uranio e plutonio. Interi quartieri sono stati praticamente fusi. Nei mesi successivi circa 100mila persone morirono a causa delle radiazioni. Penetrarono in profondità nel terreno, inquinarono l’aria e l’acqua rendendo tutto avvelenato e sterile. Nel 1945 Hiroshima era la città giapponese più importante sul piano militare ed industriale.

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Hiroshima, un minuto di silenzio per ricordare l’apocalisse

Oggi come 75 anni fa alle ore 8.15 in punto, sono stati il rintocco di una campana ed un minuto di silenzio a ricordare l’apocalisse. Lo stesso sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha rivolto un appello ai capi di Stato e di governo di tutto il mondo. Il discorso verte sull’importanza della denuclearizzazione dell’intero pianeta per evitare di ripetere l’immane catastrofe causata al Giappone e non solo. La nube radioattiva ha infatti distrutto la vegetazione e la fauna di città a chilometri e chilometri di distanza, inquinando il ciclo vitale di esseri viventi in tutto il mondo.