La dipendenza dal gioco d’azzardo, da internet e dal gaming online va ritenuta una vera e propria patologia. Non solo condiziona interamente la vita di coloro che ne sono colpiti: genera anche alcuni dei classici sintomi del craving, come l’ansia, l’irritabilità e l’aggressività, in chi è costretto a stare lontano dal proprio svago preferito.
Abbiamo intervistato la Dott.ssa Silvia Parisi, psicologa, sessuologa e psicoterapeuta a Torino, per fare un po’ di chiarezza sull’argomento. In quali casi un semplice passatempo si trasforma in un’autentica malattia? Quali sono le avvisaglie cui bisogna fare attenzione? Come agire per uscire dal tunnel delle dipendenze? Il problema nasce nel momento in cui un hobby diventa un pensiero fisso, alienante, qualcosa di cui non si riesce più a fare a meno.
Ultimamente si sente spesso parlare di New Addictions: di cosa si tratta?
Con l’espressione New Addictions ci riferiamo a tutte quelle dipendenze che non implicano l’uso di sostanze psicotrope, come l’alcool e la droga.
Questi disturbi sono connessi ad attività perfettamente legali. Consideriamo i videogames e i giochi che si trovano in rete, del tutto accettati a livello sociale ma comunque in grado di provocare una dipendenza. Lo stesso vale, ad esempio, per lo shopping, per lo sport, per gli affetti, persino per il lavoro.
Da qualche anno a questa parte è molto diffuso il cosiddetto Internet Addiction Disorder: il mondo virtuale è pieno di attrattive, e può esercitare un notevole fascino soprattutto sui più giovani. Invece il gioco d’azzardo patologico si estende a più fasce di età, e rientra a sua volta nelle New Addictions.
Quali sono le spie che dovrebbero far scattare un campanello d’allarme?
Potrebbe sembrare scontato, ma il primo indizio che manifesta il pericolo effettivo di una dipendenza è l’incapacità di concentrarsi su altro quando si è in ufficio, con gli amici, in famiglia, con il partner e così via.
Queste malattie assorbono completamente l’esistenza di chi ne è soggetto. Calano il rendimento professionale, il desiderio sessuale, l’entusiasmo nei confronti delle passioni precedenti. Si tende all’isolamento, e nelle circostanze più gravi si trascurano addirittura le azioni di base come il mangiare, il dormire e il provvedere all’igiene quotidiana.
Non di rado chi va incontro a queste patologie è sempre nervoso e stressato, e può avere anche reazioni violente verso il prossimo. L’unica “fonte di benessere” è il gioco, o il web, lo shopping compulsivo ecc.
Quali fattori concorrono all’insorgere della dipendenza?
In linea di massima, le New Addictions – così come la dipendenza da droghe e da bevande alcoliche – non hanno una sola causa. Si uniscono vari elementi, alcuni dei quali sono biologici, altri psicologici e sociali.
Per esempio, è stata attestata l’importanza della componente ereditaria da questo punto di vista: nel senso che i figli di genitori interessati da tale problematica hanno maggiori possibilità di svilupparla in futuro. Ovviamente si aggiungono particolari caratteristiche individuali, come l’impulsività, la competitività, la propensione alla solitudine e la scarsa abilità nella gestione delle emozioni.
Infine, è fondamentale anche il contesto. L’ambiente in cui si vive può favorire la nascita di una dipendenza: pensiamo all’influenza di un gruppo di coetanei, alle informazioni promulgate dai media, oppure a una situazione familiare complicata dalla quale si vuole fuggire.
Che ruolo ha la psicoterapia in questo ambito?
La psicoterapia è essenziale per la cura delle dipendenze. Nel caso delle New Addictions la “disintossicazione” non è fisica, ma puramente psicologica: è dunque indispensabile intraprendere un percorso di riabilitazione sotto questo specifico aspetto.
Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, anzi, questo è un passo necessario per la guarigione. La dipendenza da internet, dai videogames, dal sesso virtuale o dal gioco d’azzardo condiziona in negativo tantissime sfere, da quella relazionale a quella lavorativa, fino a quella finanziaria e della salute. Il compito di un professionista consiste nell’elaborare una strategia su misura, per supportare il paziente in un periodo così difficile.
La Dott.ssa Parisi, psicologa e psicoterapeuta a Torino
La Dott.ssa Silvia Parisi, che ha risposto alle nostre domande, ha un proprio studio a Torino come psicologa, psicoterapeuta e sessuologa. Conduce inoltre una serie di rubriche radiofoniche, effettua consulenze online e partecipa alla trasmissione televisiva Cosa Succede in Città che va in onda il lunedì mattina su Primantenna.
Ci siamo soffermati sul campo delle dipendenze, ponendo l’accento sulle New Addictions, ma la Dott.ssa Parisi non si limita a questo settore. Si occupa anche di coloro che soffrono di disturbi dell’umore e ossessivo-compulsivi, di ansia e stress. Senza dimenticare i disturbi alimentari, come la bulimia, l’anoressia e la pica.
Le principali tecniche utilizzate sono la terapia cognitiva e cognitivo-comportamentale, l’E.M.D.R. e la mindfulness. Lo scopo è sostenere i pazienti nell’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé, nella comprensione delle proprie problematiche e nella costruzione di nuovi mezzi e strumenti per affrontare gli ostacoli quotidiani.