Ci sarebbe un errore di calcolo da parte dell’Inps alla base della riduzione nelle pensioni di gennaio a scapito dei ‘lavoratori a riposo’ italiani. Un 2020 iniziato in salita per i pensionati della penisola che hanno notato una trattenuta poco chiara e piuttosto influente, specie sulle mensilità minime: si parlerebbe di cifre che vanno dai 60 ai 300 euro e che – precisano – saranno, però, rimborsate nei prossimi mesi.
Inps, errore nelle pensioni di gennaio 2020: la comunicazione nelle scorse ore
A rendere noto l’ammanco dell’Inps sulle pensioni di gennaio è stato Il Secolo XIX: stando a quanto riportato sul quotidiano genovese, l’ente previdenziale avrebbe commesso un errore omettendo di darne comunicazione tempestiva. Solo nella giornata odierna, lunedì 13 gennaio 2020, si sarebbe dunque diffusa la notizia. Numerosi i pensionati interessati dalla riduzione per conguagli “non dovuti”, che – precisa l’Inps – saranno rimborsati nei prossimi versamenti. Le varie sedi starebbero aspettando istruzioni dalla Direzione Generale sulle modalità di restituzione delle trattenute non dovute. Il rimborso potrebbe avvenire nei mesi di marzo o aprile 2020 e non richiede alcuna richiesta specifica all’Inps da parte dei pensionati interessati dalla riduzione.
Attenzione, però, perché non tutte le mensilità di gennaio con importo inferiore a quello atteso rientrano nell’errore di calcolo. Il conguaglio di fine anno dell’ultimo cedolino – a seconda della situazione fiscale dell’interessato – potrebbe aver richiesto un credito o un debito Irpef, con trattenute sulla pensione nell’ultimo caso.
«Dal mese di febbraio sarà ripristinato il pagamento dell’importo corretto»
«Dal mese di febbraio – ha reso noto l’Inps – sarà ripristinato il pagamento dell’importo corretto e verrà restituito quanto recuperato sulla mensilità di gennaio 2020». A segnalare l’ammanco lo Spi – Sindacato Pensionati Italiani – Cgil Umbria che ha immediatamente attivato una verifica in tutte le Leghe pensionati presenti sul territorio. «Abbiamo verificato che il problema ha riguardato un numero significativo di persone – ha spiegato Ubaldina Santinelli della segreteria Spi Cgil Umbria – e ci siamo quindi rivolti all’Inca Cgil, il nostro patronato, per affrontare la questione e offrire assistenza a pensionate e pensionati».
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