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Lo Stato si prende Autostrade: i Benetton fuori dal Cda dell’azienda

15/07/2020 10:37

Revoca concessione autostrade? Alla fine non ci sarà. Lo scenario che UrbanPost come altri quotidiani tra cui La Repubblica evocavano fin dallo scorso mese di febbraio si è puntualmente avverato. Nessuna revoca della concessione, con le sue insidie legali e conseguente caos di gestione per la rete autostradale, anche più di quello che gli italiani sono costretti a subire da giorni in particolare in Liguria. Lo Stato avrà la maggioranza delle azioni della concessionaria, Autostrade per l’Italia, entrando nel suo capitale sociale tramite la Cassa Depositi e Prestiti. I Benetton, tramite Atlantia, resteranno in minoranza e saranno fuori dal Cda, non avranno dunque alcun potere decisionale. Tutto bene? No, vi spieghiamo perché.

>> Cassa Depositi e Prestiti si prende il 50% di Autostrade: perché lo Stato deve comprare ciò che è già suo?

Revoca concessione autostrade

Il governo sostiene che i Benetton hanno “accettato di uscire” da Autostrade ma non sembra sia così

Il consiglio dei Ministri di ieri sera è durato oltre sei ore. I retroscena parlano di una trattativa serrata con i Benetton a margine della riunione, “durissima” nella sostanza più che nei toni. Il dossier autostrade, con l’ultima proposta di Aspi giudicata “irricevibile” dal premier Conte, non è mai stato così bollente. Poi però la svolta, a notte inoltrata. Fonti del governo fanno sapere che i Benetton “hanno accettato le
condizioni”.

E’ attesa una nota ufficiale sull’accettazione della proposta di cessione da parte dei Benetton della maggioranza di Aspi allo Stato, perché il comunicato ufficiale del Cdm non ne parla. Ma ci sono molte cose che non tornano nella ricostruzione della trattativa fatta dalle fonti confidenziali vicine a Palazzo Chigi. Prima di tutto, la soluzione finale. Come abbiamo detto, era già pronta da mesi, nonostante l’opposizione interna all’esecutivo da parte del M5S. La rinuncia alla revoca, che non può essere certo venduta come una vittoria su Benetton. E poi, l’accettazione di questi ultimi: le fonti di cui sopra parlano di accordo “firmato con una loro nota, dovrebbero ovviamente rispettarlo”. Quel condizionale insinua più di un dubbio.

Revoca concessione autostrade: ai Benetton conviene di più

Il punto è che ai Benetton conviene di più la revoca. Sono convinti, infatti, che sul piano legale possano avere la meglio ed ottenere il maxi-risarcimento previsto per la rescissione anticipata del contratto. Questo nonostante gli elementi che dimostrerebbero l’inadempienza contrattuale, molti, oltre al macroscopico e tragico caso del Ponte Morandi.

Scendere nel capitale sociale di Aspi per poi uscirne, pagati meno del valore reale delle quote, non può certo essere la strada migliore per i Benetton. La famiglia veneta ha saputo sempre valorizzare al meglio i suoi “asset” e quello delle concessioni autostradali è stato un piatto troppo ricco per rinunciare in questo modo. Si arriverà ad uno scontro legale? Non possiamo ancora dirlo ma lo sapremo molto presto.

Lo schema sul quale si è trovata l’intesa è questo: Cdp entra nel capitale, Autostrade diventa di fatto una public company, e i Benetton progressivamente usciranno. “Restano all’inizio con un 10-12 per cento e poi escono definitivamente nel giro di qualche mese”. Se l’accordo raggiunto nella notte non dovesse essere rispettato dai Benetton “la revoca è sempre sul tavolo”. Vedremo. >> Tutti i retroscena di politica italiana