Lorenzo Covid a 35 anni. E’ finito nell’incubo del virus che in Italia ha strappato alla vita più di 50mila persone non per un comportamento irresponsabile, ma per caso. Perché il virus è subdolo e può colpire anche se si prendono tutte le precauzioni possibili. Come è accaduto a questo 35enne di Montevarchi, che ha raccontato la sua angosciosa odissea fortunatamente finita ai microfoni di La7. “Mi sono recato all’ospedale per un’infezione all’occhio e pensiamo che sia stata quella l’occasione del contagio, anche se ho aspettato con la mascherina e il distanziamento”. Tutto è iniziato così.
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“È precipitato tutto in 24-36 ore. Non riuscivo più a parlare, dovevo concentrarmi sulla respirazione”
“È precipitato tutto in 24-36 ore. Non riuscivo più a parlare, dovevo concentrarmi sulla respirazione”. Lorenzo Stocchi ha 35 anni e racconta la sua terribile esperienza con il Covid-19. “Sono arrivati i medici dell’Usca, mi hanno ricoverato subito in ospedale – dice il 35enne aretino a La7 – Prima nel reparto malattie infettive, col casco, poi, visto che la situazione era molto grave, in terapia intensiva”.
Sanissimo, giovane, in forze: il 35enne di Montevarchi pensa di aver contratto il coronavirus per una casualità, come ha raccontato a “L’aria che tira”. “Portavo la mascherina e rispettavo il distanziamento. Sono andato in pronto soccorso per una infezione all’occhio, e forse dopo aver toccato le superfici me lo sono toccato”, ricorda. Dopo pochi giorni sono comparsi i primi sintomi, dolori e febbre, poi le difficoltà respiratorie e il ricovero.
#lariachetira Lorenzo Stocchi: "Ho fatto il test sierologico perché volevo stare più tranquillo ma già quando sono andato a fare il tampone non respiravo bene, poi nelle successive 24 ore la situazione è precipitata e non riuscivo a emettere suoni" https://t.co/139KSfeHJO
— La7 (@La7tv) November 18, 2020
“Dopo 4 giorni non rispondevo alle cure, e così hanno deciso di intubarmi. Quando ho telefonato ai miei genitori, mia madre ha avuto una crisi nervosa, ha vomitato per una notte intera – racconta – In terapia intensiva è cominciato l’incubo, nudo in un letto a pancia sotto, è stato terribile. Quando ho visto che il mio vicino di letto è morto, ho perso completamente il controllo, ho pianto in modo inconsolabile, mi vergognavo. Mi sentivo solo, avevo paura”.
Lorenzo ora c’è l’ha fatta, “ma il mio corpo non è più lo stesso” dice. “Ho perso 10 chili di massa muscolare, respiro benino anche se lunedì ho avuto una ricaduta, ho rischiato di tornare in ospedale”.