Giuseppe Conte sta entrando nella nuova vita del M5S con estrema cautela. Troppa, forse. In questi giorni ha incontrato i parlamentari pentastellati, e molti lo guardano dall’alto al basso, sospettosi del fatto che, in realtà, non porterà a sostanziali cambiamenti. Anche perché nell’incontro di ieri con i senatori non ha fatto altro che temporeggiare sui temi più decisivi e divisivi.
M5S Conte, l’atteggiamento moderato del leader non piace
“Vorrei conoscervi tutti singolarmente, uno per uno, ma a causa dell’emergenza Covid ci vediamo via Zoom”, ha detto durante l’incontro. Gli argomenti trattati sono stati tanti, ma i più scottanti non sono stati approfonditi. E’ emerso il tema dell’ambiente, dell’inclusione sociale, dell’economica, dell’organizzazione e della formazione. La questione Rousseau, le alleanze, la regola dei due mandati, le restituzioni. Ma su queste si è sorvolato in fretta, perchè come riporta Il Giornale, “le cose serie” vanno affrontate “in separata sede”. “Ci hanno mandato una mail con delle domande super generiche sulla carta dei principi, le nuove 5 Stelle, la collaborazione con la società civile, la formazione, dicendoci che sono queste domande gli spunti della discussione”, ha dichiarato a il Giornale un deputato prima del confronto che Giuseppe Conte avrà oggi con gli eletti di Montecitorio. Insomma, stesso modus operandi: tanti argomenti, ma niente di decisivo.
E’ un po’ come se non si volessero coinvolgere tutti sui temi più complicati. E per questo il gruppo si sta già scaldando. “Ancora siamo qui a parlare di queste cose semantiche, già viste e riviste, della piazza delle idee, che sembrano gli ambasciatori delle idee di Casaleggio”, ha affermato infatti un parlamentare. Come se non bastasse, poi, a incrinare ancora di più dei rapporti già instabili c’è la questione dei rimborsi, del meccanismo delle restituzioni presentato qualche giorno fa da Via Crimi. “Ci chiedono di versare migliaia di euro alla nuova struttura, e poi non ci dicono mai niente”, ha sottolineato un altro deputato.
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I pentastellati si sentono esclusi
Insomma, le acque sono piuttosto movimentate e la barca del M5S, nonostante l’arrivo di Conte, sembra instabile. E forse è proprio per questo che l’ex presidente del Consiglio vuole rivoluzionare tutto il partito. “La scuola politica sarà necessaria per formare gli attivisti”, ha detto ai senatori tornando sulla Frattocchie grillina. Poi sono tornati sul tema delle elezioni: Primo Di Nicola domanda che il leader venga nominato con una “investitura interna degli iscritti”, e su questo Conte sembra essere d’accordo. “La mia investitura dovrà ovviamente passare da un voto sulla piattaforma”, ha infatti ribadito. Tra l’altro, non è stata ancora abbandonata l’ipotesi di sciogliere del tutto i Cinque Stelle per creare una nuova associazione.
In ogni caso, questi sembrano essere argomenti facilmente risolvibili. Quello che, per ora, pare più complesso da superare è il tema dei due mandati. L’ex Premier Conte ha già dichiarato al M5S che non vuole concedere deroghe, ma in realtà dietro alle quinte sembra che stiano trattando per assicurare un salvagente ai più importanti come Luigi Di Maio, Roberto Fico e Paola Taverna. Per capire quale percorso deciderà di prendere davvero il Movimento 5 Stelle, bisogna attendere la partita delle nomine e il rinnovo dei vertici di 90 partecipate. E probabilmente a riguardo Conte non si tirerà indietro dall’imporre la sua opinione. >> Tutte le notizie di UrbanPost