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M5s sul piede di guerra: “Nuova consultazione su Rousseau o voteremo no a Draghi”

13/02/2021 14:26

I dissidenti M5s chiedono un nuovo voto su Rousseau. Mentre il nuovo esecutivo presta il giuramento, non si fermano le polemiche del M5s. Secondo i “ribelli” del Movimento, le premesse presenti nella consultazione sulla piattaforma Rousseau non sono state rispettate, pertanto la volontà degli iscritti non è rispettata. Di Battista, uscito dal Movimento, commenta la presenza dei tre ministri Forza Italia nel governo Draghi: “Immorale”.

>> Governo Draghi, la lista dei ministri del nuovo esecutivo

M5s voto rousseau

M5s voto Rousseau: “Nuova consultazione”

I dissidenti del M5s reclamano un nuovo voto su Rousseau. “Questa mattina ho inviato, insieme ad alcuni colleghi, una mail al Capo Politico, al Comitato di garanzia e al Garante per segnalare che la previsione del quesito posta nella consultazione dell’11/02/21 non ha trovato riscontro nella formazione del nuovo Governo. Non c’è il super-ministero che avrebbe dovuto prevedere la fusione tra il Mise e il ministero dell’Ambiente oggetto del quesito. Chiediamo che venga immediatamente indetta nuova consultazione. E’ evidente che, in assenza di riscontro, al fine di rispettare la maggioranza degli iscritti, il voto alla fiducia deve essere No”. Così scrive la senatrice Barbara Lezzi oggi su Facebook.

Sulla piattaforma Change.org spunta una petizione che chiede di ripetere il voto dell’11 febbraio su Rousseau. Il testo della petizione chiede “di mettere ai voti su Rousseau la scelta di dare la fiducia a questo Governo, affinché vi sia il pieno consenso o meno da parte degli iscritti. Reputiamo infatti che solo ora, messi a conoscenza di tali informazioni, sia possibile esprimere un voto pienamente consapevole”.

di battista m5s scissione

Di Battista: “Forza Italia immorale”

Intanto, Alessandro di Battista, che ieri sera chiedeva su Facebook “Ne valeva la pena?”, oggi commenta la composizione dell’esecutivo Draghi. Sottolinea che “Il Presidente del Consiglio è responsabile della scelta dei suoi ministri”, e pertanto non si può scusare Draghi dicendo che è stato costretto a piegarsi alle richieste dei partiti. Categorico il commento su Carfagna, Brunetta e Gelmini. “Nel 2008 i tre approvarono in Consiglio dei ministri il Lodo Alfano – scrive Di Battista – Chiaramente venne licenziato per salvare Berlusconi dai processi. Ebbene io trovo immorale che politici che hanno speso tempo (e dunque denaro pubblico) non per occuparsi del Paese ma per risolvere le grane giudiziarie del loro leader, possano avere ancora ruoli così apicali”. >> Tutte le news

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