Maradona morte: nuove indagini. A quattro giorni dalla morte di Maradona ancora non è chiaro come sia realmente morto il campione. Nonostante l’autopsia abbia confermato il decesso per cause naturali, proseguono le indagini sui ritardi dei soccorsi. I nuovi dettagli venuti a galla dopo che sono stati interrogati gli infermieri in servizio, portano a diversi interrogativi riguardanti le ultime ore di Maradona, in particolare se sia stato seguito il protocollo di assistenza medica.
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Maradona morte: indagini in corso
La Giustizia argentina ha avviato un’indagine su Leopoldo Luque, medico personale di Diego Armando Maradona. Il procuratore generale di San Isidro, John Broyad ha formato una squadra di investigatori per risolvere i nodi sulla morte del calciatore. Il medico del campione è indagato per omicidio colposo. Le forze dell’ordine hanno perquisito l’abitazione e l’ambulatorio del dottore. Lo scrive La Nacion. Il sospetto è che al campione non abbia ricevuto le cure adeguate e Luque è il primo indagato. Secondo le fonti del quotidiano “in virtù delle prove che si stanno accumulando è stata decisa la perquisizione.”
“Non me l’aspettavo“. Così ha affermato il medico di Maradona, sorpreso dalle accuse a lui rivolte. Mercoledì scorso il dottore non era a casa quando è morto, ma ha chiamato il numero di emergenza 911 per richiedere un’ambulanza alle 12.16. Gli investigatori stanno ricostruendo quanto accaduto quella mattina e in particolare vogliono sapere quante volte il dottor Luque sia andato a casa per controllare il suo paziente. Se gli inquirenti confermeranno le irregolarità nel ricovero domestico di Maradona, si potrebbe configurare il reato di omicidio colposo”.
La ricostruzione dei fatti
Dahiana Gisela Madrid, infermiera, mercoledì mattina era entrata in servizio alle 7.30. La donna ha raccontato alla procuratrice Laura Carpa di averlo “sentito muoversi all’interno della stanza alle 7:30” ma di non essere entrata a controllare. Ha poi rivelato un dettaglio: “l’hanno obbligata” a mettere in un rapporto che quella mattina aveva controllato Diego, quando in realtà lo ha lasciato riposare. L’infermiere che aveva coperto il turno prima di lei nella notte del martedì e nelle prime ore del mercoledì, il giorno in cui il campione è scomparso, ha dichiarato che prima di lasciare alle 6.30 del mattino, ha verificato che l’ex calciatore fosse vivo.
I nuovi dettagli cambiano la prospettiva sulle ultime ore di vita del campione argentino. L’ultima persona ad averlo visto vivo è infatti l’infermiere Ricardo la mattina di mercoledì, e non suo nipote Johnny Espósito, che lo aveva visto in vita alle 23.30 di martedì notte. Inoltre la segretaria personale di Maradona, Maxi Pomargo, ha richiesto un’ambulanza della società +Vida alle 12:17 ed è giunta alla villa della località di Tigre, dove si trovava l’ex calciatore, alle 12:28. È stato quindi un viaggio di 11 minuti, dato che smentisce le accuse mosse dall’avvocato del campione, Matias Morla, che l’ambulanza fosse “arrivata in ritardo di mezz’ora”. >>Tutte le notizie