Caso Elena Ceste, il nuovo pool difensivo di Michele Buoninconti muove nuovi passi verso il suo obiettivo: ottenere la revisione del processo al fine di scagionare il vigile del fuoco condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per il delitto della moglie.
Sebbene la Falco investigazioni, incaricata di svolgere le indagini difensive, non abbia trovato tracce di Elena Ceste durante i sopralluoghi effettuati nei mesi scorsi nel canale di scolo del Rio Mersa, dove furono rinvenuti i resti della donna, la sua attività investigativa va avanti, come annunciato qualche settimana fa. UrbanPost è in grado di anticipare il contenuto del comunicato stampa che il pool di Michele Buoninconti divulgherà a breve. Lo scopo è rendere noto di aver depositato “questo pomeriggio in Procura la richiesta di accesso ad alcuni vestiti appartenenti alla Sig. Elena Ceste e mai analizzati prima”.
Pool Buoninconti chiede accesso a indumenti personali di Elena Ceste
“Nello specifico, il Dott. Eugenio D’Orio, Procuratore Speciale del Sig. Buoninconti, ha depositato una consulenza tecnica nella quale richiede l’accesso ai diversi reperti acquisiti dalla polizia giudiziaria durante le indagini con l’obiettivo di procedere ad accertamenti di natura genetico-forense”. Trattasi di reperti quali “un paio di pantaloni, un maglione, collant autoreggenti, slip e altro personali ed intimi rinvenuti il giorno stesso della sua scomparsa nei pressi dell’abitazione e mai attenzionati prima”. Inoltre, il Dott. D’Orio “ha richiesto l’acquisizione di campioni effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei CC di Torino sulle auto in uso alla famiglia Buoninconti”.
A tal riguardo la criminologa Anna Vagli, facente parte del team difensivo di Buoninconti, ha precisato che “Come anticipato mesi fa, le nostre indagini sono proseguite a 360 gradi. Con l’investigatore Davide Cannella e il Dott. Eugenio D’orio stiamo battendo una precisa pista investigativa che crediamo possa far luce su quanto occorso alla Sig. Elena Ceste il giorno della sua scomparsa”.
Occhi puntati sulla vita privata di Elena Ceste
Cosa si aspetta la difesa dell’ex vigile del fuoco dai succitati accertamenti? “Sotto il profilo biologico-investigativo, le richieste sono precise. Ci attendiamo importanti informazioni da queste analisi. Informazioni grazie alle quali sarà verosimilmente possibile presentare richiesta di revisione. Adesso confidiamo nel lavoro della magistratura in modo assolutamente sereno”. Del resto la stessa dottoressa Vagli aveva già sollevato alcuni dubbi sulla vita matrimoniale della Ceste, riportando alla luce i messaggi – agli atti del processo – che la donna si scambiava con gli uomini con i quali avrebbe intrattenuto relazioni extraconiuguali. “Si è scavato troppo poco nella sua vita privata” ha più volte ribadito la criminologa.
Legittima la richiesta di accesso ai reperti
D’Orio ha inoltre voluto puntualizzare a noi di UrbanPost quanto segue: “L’accesso ai reperti è una richiesta assolutamente legittima ( artt. 24 e 11 Cost. e artt. 391bis e ss. c.p.p.); già in altri casi recenti tali richieste sono state accolte dalla Suprema Corte Italiana (vedasi casi “strage di Erba” e “omicidio di Angela Petrachi”); all’estero, specialmente in America, tali richieste sono vera e propria prassi. L’Innocence Project, proprio sulla base di queste medesime richieste, è riuscito a portare a revisione oltre 300 casi di cittadini condannati per delitti che non avevano mai commesso”. Potrebbe interessarti anche —> Elena Ceste retroscena scabrosi sulla sua doppia vita: messaggio inquietante all’amante poco tempo prima di morire