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Morti coronavirus, i conti non tornano: forte differenza tra dati INPS e Protezione Civile

22/05/2020 10:46 - Aggiornamento 22/05/2020 11:27

Trenta mila morti per coronavirus? Numero falso, ci sarebbero almeno altri 20mila deceduti per l’istituto di previdenza. Questa grande disparità tra i numeri dichiarati e quelli reali, sarebbe dovuta al fatto che nel calcolo sono stati esclusi i decessi in casa. A quanto pare il Covid-19 ha avuto un impatto ancora più forte in Italia rispetto ai dati forniti quotidianamente dalla Protezione civile. La differenza è emersa da un’analisi fatta dall’INPS dove risulterebbero altri 20mila morti in più.

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Morti coronavirus: i numeri

Secondo un’analisi di mortalità redatta dall’INPS nel pieno dell’epidemia, tra marzo e aprile, è stato registrato un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo era invece di 27.938. A quanto pare i numeri sarebbero “poco attendibili”, perché dal calcolo sono stati escluse tantissime categorie, come ad esempio i morti in casa. Inoltre, il dato sarebbe influenzato non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus.

Come da previsioni, secondo l’Inps, a far registrare i numeri più preoccupanti è il Nord Italia: +84% di morti tra marzo e aprile rispetto alla media degli anni precedenti, con le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza che presentano una percentuale di decessi superiore al 200%. I numeri dicono che, mentre tra gennaio e febbraio i morti in Italia sono stati 114.514, ovvero 10.148 in meno rispetto ai 124.662 attesi, tra marzo e aprile se ne sono contati in tutto 156.429, ovvero 46.909 in più rispetto a quelli previsti.

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Perché questo aumento?

Un aumento significativo che l’Inps attribuisce alla diffusione del Covid e che supera quindi i decessi dichiarati nello stesso periodo dalla Protezione civile, che erano 27.938 unità. “A questo punto ci si può chiedere quali sono i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a 18.971?”. La risposta, per l’Inps, è semplice: visto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo “possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi all’epidemia in atto”.  >>Tutte le notizie di UrbanPost