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‘Ndrangheta in Lombardia, operazione contro la cosca Pesce-Bellocco: 7 arresti

05/10/2021 12:33 - Aggiornamento 06/10/2021 17:03

‘Ndrangheta in Lombardia, la Direzione investigativa antimafia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Milano, nei confronti di 7 persone presunte appartenenti alle cosche Pesce-Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria). (Continua a leggere dopo la foto)

'Ndrangheta in Lombardia operazione Dia 5 ottobre 2021

Sono accusate a vario titolo dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di beni e valori e appropriazione indebita aggravati dal metodo mafioso, nonché bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. L’indagine ha tratto spunto da riscontri su personaggi legati alle cosche della Piana di Gioia Tauro attivi nel territorio lombardo. (Continua a leggere dopo la foto)

‘Ndrangheta in Lombardia, operazione della Dia contro le cosche Pesce-Bellocco: dalle estorsioni alla bancarotta fraudolenta

“Gli interessi degli indagati spaziavano dalle estorsioni ai reati di bancarotta fraudolenta, al riciclaggio di proventi di attività delittuose connesse anche all’illecita gestione di rifiuti”, si legge nella nota. Tra i soggetti colpiti arrestati figurano, inoltre, “appartenenti ad altre storiche famiglie ‘ndranghetiste insediatesi nei territori del lecchese e del comasco”.

A dire degli inquirenti “Particolarmente significativi sono risultati degli episodi estorsivi nei confronti di alcuni promotori finanziari costretti – attraverso minacce e percosse – a consegnare somme di denaro contante o fornire una ‘forzata’ collaborazione nell’ambito dell’intermediazione creditizia”. Sono ancora in corso le perquisizioni che vedono impegnati il personale della Dia di Milano, Roma, Napoli, Reggio Calabria e Brescia nonché i Reparti della Polizia di Stato, dei carabinieri e della Guardia di finanza competenti sulle province di Brescia, Mantova, Novara, Varese, Lecco e Como. (Continua a leggere dopo la foto)

'Ndrangheta in Lombardia operazione Dia 5 ottobre 2021

ARTICOLO | Quanto guadagna la ‘ndrangheta con la droga

La “Malapianta” sopravvive alle numerose operazioni sul territorio lombardo

L’operazione odierna è l’ultima di una lunga serie che dopo la maxi inchiesta “Infinito” del 2010 ha chiarito come il radicamento della ‘ndrangheta in Lombardia sia tutto fuorché indebolito. Proprio l’ultima relazione semestrale della Dia, ha evidenziato come in regione siano ancora pienamente attivi almeno 25 “locali”, la struttura di base della ‘ndrangheta attivabile con almeno 50 affiliati. Esisterebbe, inoltre, una “camera di controllo” per gestire i rapporti tra le cosche madri calabresi e le loro proiezioni lombarde.

E proprio nella zona del Comasco e del Lecchese, storica zona di infiltrazione della ‘ndrangheta fin dalle operazioni “Wall Street” (1992) e “Notte dei fiori di San Vito” (1994), negli ultimi anni abbiamo assistito ad una rivoluzione degli equilibri criminali, in un clima di apparente “pace” tra le varie cosche, nel nome degli affari. Affari che sono sempre più legati ad ambiti economici formalmente “puliti”, con rilevanti investimenti in attività economiche: il riciclaggio è uno dei reati più contestati nelle ultime inchieste.

Tra gli arrestati anche il figlio e il nipote di Domenico Oppedisano, individuato nell’inchiesta “Crimine” del 2010, come il capo crimine dell’intera ‘ndrangheta calabrese. Oppedisano. oggi 90enne e capo mafia rispettato secondo le risultanze processuali, ha già scontato la sua pena. «Senza che vi diciamo portate dieci mila euro al mese… qua ogni mese sapete che c’è una famiglia che deve mangiare. Questa cosa non è stata percepita, giù (in Calabria, ndr) ci stanno abbastanza lamentele. C’è sempre un esercito dietro di noi», dice intercettato dalla Dia il nipote.