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‘Ndrangheta in Lombardia, nuovo colpo alle cosche: disarticolato il locale di Seregno

11/06/2020 10:58 - Aggiornamento 11/06/2020 16:34

‘Ndrangheta in Lombardia. A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo. L’operazione “Freccia” condotta dalle luci dell’alba di oggi, giovedì 11 giugno 2020, dai carabinieri dei comandi provinciali di Como e Monza, ha inferto un nuovo duro colpo alle cosche insediate a Seregno, in Brianza. Il “locale”, costituito attorno ad alcune famiglie della ‘Ndrangheta originarie di Vibo Valentia, era già stato scoperto e colpito nell’ambito della maxi-operazione “Infinito” del 2010 e della successiva indagine “Ulisse” del 2012. Associazione mafiosa, traffico di droga tra i reati contestati alle 22 persone arrestate oggi in diverse regioni italiane, ma tutte associate alla struttura brianzola.

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'Ndrangheta in Lombardia operazione freccia

‘Ndrangheta in Lombardia, operazione “Freccia” contro il locale di Seregno

I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano nei confronti di 22 soggetti, di cui 21 italiani e un serbo. Si tratta 16 misure di custodia cautelare in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 2 obblighi di dimora. I soggetti coinvolti sono tutti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici. Gli indagati sono accusati di reati commessi con l’utilizzo del metodo mafioso. Agli arrestati sono state contestate anche la detenzione e porto abusivo di armi oltre all’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

“La complessa attività investigativa sviluppata dal Nucleo Investigativo dell’Arma monzese e dai militari della Compagnia di Cantù e coordinata dalla D.D.A. di Milano –  si legge in una nota inviata in redazione dal Comando provinciale dei Carabinieri – ha permesso di documentare la pervasività della presenza sul territorio di una nota famiglia di ‘ndrangheta”. Si tratta di una ‘ndrina originaria del vibonese in continua espansione sia in Brianza che all’estero (Germania, Spagna e Svizzera). Accertata dai carabinieri un’azione di vero comando e controllo nei confronti della popolazione attraverso comportamenti tali da incutere timore ed omertà, “anche grazie alla spendita del cognome Cristello”.

Le “famiglie” presenti da anni sul territorio brianzolo

Tra gli indagati spiccano infatti i nomi dei cugini Umberto e Carmelo Cristello, il primo da poco scarcerato per una precedente condanna per associazione mafiosa. Secondo gli investigatori sarebbero stati in grado di incutere timore ed omertà con la sola spendita del loro cognome. I Cristello sono originari di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, ma sono insediati da anni in Brianza. Umberto e Carmelo Cristello sono cugini.

Umberto è fratello di Rocco Cristello (foto a lato), già considerato capo della locale di Seregno ancor prima dell’indagine “Infinito” e ucciso in un agguato il 27 marzo del 2008. Cristello fu ucciso nell’ambito della faida con la famiglia Stagno. Si tratta di una ‘ndrina anch’essa originaria del vibonese, insediata da anni sullo stesso territorio brianzolo e legata ai Cristello da vincoli di parentela. Rocco Cristello era infatti cognato di Antonio Stagno, nipote del capo della ‘ndrina Stagno, Rocco. Quest’ultimo fu poi eliminato per vendetta dai Cristello, come appurato nel processo “Bagliore” giunto a sentenza definitiva a ottobre 2019.

Il “locale” continuava ad operare nonostante arresti e condanne dell’operazione “Infinito”

L’operazione si sta svolgendo nelle province di Monza e Brianza, Como, Lecco, Reggio Emilia, Macerata e Reggio Calabria. L’indagine ha approfondito le dinamiche criminali della locale di Seregno che opera tra i Comuni di Seregno, Desio, Giussano, Verano Brianza, Carate Brianza, Meda e Mariano Comense. Una cosca locale che, nonostante le pesanti condanne subite a seguito dell’operazione Infinito, si è dimostrata ancora fortemente radicata nel territorio.

Dai documenti risulta un “capillare e totale controllo da parte della ‘ndrangheta nelle attività economiche del territorio. Questa volta, in particolare, rivolto al business dei servizi di sicurezza nei locali di pubblico intrattenimento” e all’attività dei rivenditori ambulanti di panini. Per questi ultimi, secondo gli inquirenti era proprio la ‘Ndrangheta a decidere le postazione e a dirimere eventuali controversie. I servizi di sicurezza sono controllati dalla ‘Ndrangheta attraverso l’imposizione di ditte di sicurezza di copertura. Spiegano i carabinieri: “per lo svolgimento del lavoro, si avvalgono solo in piccola parte di persone specializzate e munite della prevista autorizzazione prefettizia”.

‘Ndrangheta in Lombardia, traffico di droga attività sempre fiorente

A margine, l’operazione “Freccia” contro il locale di Seregno ha anche accertato una fiorente attività di narcotraffico internazionale di stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. La droga arrivava al gruppo criminale brianzolo attraverso il canale franco-iberico. Lo stupefacente era poi distribuito nelle province di Monza-Brianza e Como, e all’estero, in Germania. Nell’attività sono state arrestate in flagranza di reato per traffico internazionale di stupefacenti sette persone. Due di queste sono finite in manette con l’ausilio della Gendarmeria Francese. Inquirenti italiani e transalpini hanno ricostruito un voluminoso traffico di droga. Contestualmente sono state eseguite altre 18 perquisizioni in abitazioni, ristoranti, esercizi commerciali e terreni nelle province di Monza e della Brianza, Como, Reggio Calabria, Lecco, Reggio Emilia, Macerata. >> Le notizie sulla ‘Ndrangheta