Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE, è intervenuto oggi, 20 settembre 2021, nella trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus. Il noto medico ha parlato di vaccini anti Covid e della situazione dovuta alla pandemia di Covid19 in Italia. (Continua a leggere dopo la foto)
Nino Cartabellotta sui vaccini anti Covid a “Radio Cusano Campus”
Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE, durante un’intervento tenuto su Radio Cusano Campus, ha parlato di vaccini anti Covid e della situazione epidemiologica in Italia. “La situazione dal punto di vista epidemiologico è in miglioramento. Ovviamente siamo ancora in una situazione di pandemia in cui ci sono delle incognite.”, ha affermato il presidente della Fondazione GIMBE sulla radio romana. Secondo il medico, la durata della copertura vaccinale non è eterna e per tale motivo è necessario vaccinare la popolazione il più possibile.
Mascherine e terza dose di vaccino anti Covid
Secondo l’opinione del medico Nino Cartabellotta, in questa fase di transizione stagionale, i mezzi di distanziamento fisico e l’utilizzo della mascherina, rappresentano strumenti integrativi rispetto alla vaccinazione. “È evidente che anche in una classe scolastica dove tutti sono vaccinati il rischio contagio non è zero, quindi è importante tenere sempre la mascherina. Non ci possiamo permettere di abbassare le misure di precauzioni ora”, ha affermato il Presidente dell’Associazione GIMBE.
Nino Cartabellotta ha poi affrontato il tema inerente la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid. “I dati di Israele sono confortanti. La durata del vaccino è limitata nel tempo e le varianti rendono necessario fare dei vaccini diversi ogni anno”, ha affermato il medico. Al momento, le autorità internazionali stanno puntando a non esagerare con la somministrazione di terze dosi per far sì che anche i Paesi più poveri possano aumentare la copertura vaccinale. “Ci sono troppe discrepanze tra la copertura vaccinale dei Paesi ricchi e quella dei Paesi poveri, questo rischia di far generare nuove varianti”, ha detto Cartabellotta.