Il nuovo Dpcm, che sarà firmato entro il 3 dicembre, è stato discusso durante la riunione tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza. Dopo che molte fonti comunicavano un possibile allentamento delle misure anti contagio per le festività natalizie, sembra ora che una linea più rigorosa del governo avrà la meglio. Pochi cambiamenti, quindi, per Natale e Capodanno. Confermata la chiusura di ristoranti e bar a Natale e Santo Stefano nelle zone gialle e arancioni, e il coprifuoco su suolo nazionale. Nessuna decisione è ancora ufficiale: Conte sentirà il parere del Cts e delle regioni. Ma nel governo sembra prevalere la linea di chi vuole restrizioni significative per il periodo di feste, temendo un’impennata di contagi conseguente alle feste.
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Dpcm 3 dicembre: Chiusura ristoranti e coprifuoco
Dall’incontro sarebbe emersa l’intenzione di mantenere l’attuale divieto di circolazione notturno dalle 22 alle 6 del mattino, probabilmente valido anche per Capodanno. I negozi in zona gialla potrebbero restare aperti fino alle 21 o anche oltre, purché rispettino l’orario limite del coprifuoco stabilito dal Dpcm. Nei giorni diversi da Natale e Santo Stefano, in zona gialla i ristoranti potrebbero chiudere alle 18, mentre resta lo stop anche a pranzo nelle aree arancioni e rosse.
Nuovo Dpcm: spostamenti tra regioni
Per quanto riguarda gli spostamenti, dovrebbe essere confermato il blocco della mobilità tra le regioni, con l’eccezione per i residenti in una regione diversa da quella in cui sono domiciliati, e per alcuni casi di ricongiungimento familiare. Lo stop agli spostamenti tra regioni gialle potrebbe valere non dal 4 dicembre ma a partire da un’altra data ancora da definire. L’obiettivo principale è limitare gli effetti di diffusione del contagio che potrebbe avere un eventuale esodo natalizio.
Nodo scuola
Restano dubbi anche sulla scuola. Il governo nei giorni scorsi era orientato a far tornare gli studenti sui banchi a dicembre, già il 9, subito dopo il ponte dell’Immacolata, con il consenso della ministra Azzolina. Ma sembra prevalere l’orientamento di chi vorrebbe riportare in classe anche le superiori da gennaio. Compatte le regioni con pochissime eccezioni nel chiedere che le scuole rimangano chiuse almeno fino alla Befana. >> Tutte le news di UrbanPost