Un articolo pubblicato oggi da Fanpage.it scava a fondo sul presunto omicidio di Liliana Resinovich. La criminologa Anna Vagli, autrice del testo, analizza i possibili moventi considerando anche un dettaglio particolare: il mistero dei 50mila euro nelle disponibilità della donna. Vagli, tuttavia, non ha escluso la possibilità di un ipotetico suicidio da parte della donna. (Continua a leggere dopo la foto).
Chi ha ucciso Liliana Resinovich?
La criminologa Anna Vagli ha affrontato il caso del presunto omicidio della Resinovich in un approfondimento pubblicato oggi su Fanpage. Ecco le sue parole: “Ho deciso di parlare dell’importanza del movente in quest’indagine, degli esami tossicologici e della versione fornita dall’amico speciale di Liliana Resinovich. Resta ancora aperta, però, la pista del suicidio.”
Il testo pubblicato è un excursus che attraversa tutte le possibili piste e analizza tutti i passaggi delicati che hanno portato alla morte della donna. Liliana Resinovich, che era sposata da più di 30 anni con il marito Piergiorgio Sebastiano Visintin, a quanto detto dal suo “amico speciale” Claudio Sterpin voleva cambiare direzione di vita. Il marito, ha sempre negato però, di essere a conoscenza della presunta relazione con lo stesso Claudio.
Sebastiano Visintin o Claudio Sterpin, chi sta mentendo?
A questo proposito, ecco uno dei primi punti che analizza la criminologa: è possibile che una donna sposata da 30 anni non abbia mai nominato a nessuno, né a qualche amica più stretta, né al marito stesso la presenza di un’altra figura maschile? “Sicuramente – ha scritto la Vagli- Liliana non aveva rivelato tutto, ma il week-end con Claudio era alle porte. Per l’esattezza era stato fissato a quattro giorni prima della sparizione.
E’ verosimile – continua a scrivere la criminologa – ritenere che qualcosa avesse iniziato a paventare allo stesso Sebastiano. Ricordiamoci anche la questione della fede. Quest’ultima era indossata da Liliana la sera prima del tragico evento, come testimoniato dai video della cena, ma non è stata rinvenuta al dito quando è stata trovata morta.” La Procura di Trieste sta ancora lavorando per capire dove si trovasse Piergiorgio il giorno in cui Liliana è scomparsa è sta cercando di ricostruire tutti i suoi spostamenti.
Un’altra discrepanza si trova nelle parole di Claudio, il quale ha affermato che la faccenda dei 50mila euro sarebbe stata alla base del presunto omicidio. Il marito Sebastiano viveva con una pensione minima. Se la moglie lo avesse lasciato, lo avrebbe esposto a seri guai economici.
Allo stesso tempo dice la Vagli: “La famiglia della Resinovich si è trincerata senza indugio dalla parte di Claudio Sterpin, uno sconosciuto fino al giorno della scomparsa. Non c’è alcun elemento oggettivo e concreto che avvalori i suoi racconti. Sua è la parola sulla relazione affettiva come sua è la parola sulla fine del matrimonio con Sebastiano.”
Gli esami tossicologici e le risultanze medico-legali
Gli esami tossicologici, dice la Vagli, sono gli unici in grado di fornire risposte certe sulla morte della donna. Specialmente quelli condotti sui capelli, sulla quale è possibile rilevare sostanze da abuso anche dopo mesi. Al contrario, le risultanze medico-legali non riusciranno a individuare l’orario esatto del decesso, ma forniranno solo un ventaglio temporale.
Ad oggi, sulla scomparsa di Liliana, risulta essere aperto un fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti. E’ questo un caso molto difficile da contemplare. Come conclude anche la stessa Vagli nel suo articolo: “Né la figlia dello stesso Claudio né la migliore amica di Liliana sapevano della relazione tra i due. In questo senso, la Resinovich era sicuramente una donna che viveva in punta di piedi. Ma di fronte ad un simile cambiamento di vita – come quello paventato da Claudio – è difficile credere che non possa essersi confidata con qualcuno.”