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Omicidio Raciti, l’avvocato di Speziale: «Da 10 anni dico “chi sa parli”, Procura chieda revisione del processo»

02/12/2020 13:51 - Aggiornamento 02/12/2020 13:54

L’ispettore capo della Polizia di stato Filippo Raciti morì in servizio il 2 febbraio 2007 durante gli incidenti scatenati da una frangia di ultras catanesi contro gli agenti, intervenuti per sedare i disordini alla fine del derby di calcio tra Catania-Palermo. Per la sua morte la Cassazione il 14 novembre del 2012 ha confermato in via definitiva la condanna a 8 anni di carcere per omicidio preterintenzionale Antonino Speziale, all’epoca dei fatti minorenne, e a 11 anni per Daniele Micale. Ora, nuove inchieste giornalistiche riaccendono i dubbi sulla effettiva responsabilità di Speziale per la morte dell’ispettore Raciti. (segue dopo la foto)

Omicidio Raciti, secondo i testimoni sentiti da “Le Iene” l’ispettore morì perché travolto da un mezzo della Polizia

Dubbi già sollevati anni fa dal suo difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera, che nel 2014 aveva presentato istanza di revisione del processo, sposata dalla stessa Procura di Catania che istruì il primo processo. Istanza che fu respinta dalla suprema corte. “Da dieci anni dico ‘chi sa parli’, chissà quanta gente ha visto quello che è accaduto quella sera ma nessuno ha parlato”. Così si è espresso Lipera oggi nel corso di una conferenza stampa convocata a Catania dopo le puntate della trasmissione televisiva Le Iene sulla morte dell’ispettore capo della polizia Filippo Raciti e sulla condanna di Speziale che per quella morte sta ancora scontando gli 8 anni di carcere comminati dalla sentenza definitiva.

“Solo adesso stanno venendo fuori nuovi elementi –  dice il legale – grazie anche al lavoro fatto da Le Iene e dal giornalista Ismaele La Vardera. So che la procura di Catania ha chiesto di sentire La Vardera e questo mi fa pensare che la procura stia facendo delle indagini per capire se quanto contenuto nei servizi giornalisti sia vero o meno”. Nei servizi de Le Iene sono raccolte le testimonianze di due persone secondo cui Raciti non sarebbe morto perché colpito da Speziale ma perché investito da un Discovery della polizia mentre faceva retromarcia.

Omicidio Raciti, l’avvocato Lipera: «Sempre stato sicuro dell’innocenza di Speziale»

“Io sono sempre stato sicuro dell’innocenza di Speziale – ha detto l’avvocato Lipera – Tredici anni fa venivamo additati per strada come ‘i difensori dell’assassino di Raciti’, poi hanno cominciato a guardarci in modo diverso e ora anche gli stessi colleghi di Raciti mi fermano e mi dicono ‘noi sappiamo qual è la verità, lei è nel giusto’. Raciti è un eroe ed è morto in servizio ma non è stato Speziale ad ucciderlo”.

“Già il giorno del funerale di Raciti – ricorda Lipera – l’autista del Discovery della polizia, Salvatore Lazzaro, era stato interrogato dalla polizia e con estrema onestà aveva raccontato di aver fatto retromarcia in quel caos, di aver sentito un botto e di aver visto Raciti che si toccava la testa. Nonostante queste dichiarazioni viene elaborata l’accusa di omicidio e nel processo di primo grado Lazzaro cambia versione e sposta Raciti da dietro al furgone a 20 metri di distanza”. (segue dopo la foto)

Omicidio Raciti: “La procura di Catania chieda la revisione del processo”

“Prima il mio sogno era di chiedere la revisione del processo. Ora, appreso che il procuratore Zuccaro (capo della procura di Catania, ndr) sta indagando, il mio sogno è che non sia io a presentare istanza di revisione ma che sia la procura di Catania a presentare richiesta di revisione alla procura di Messina”, ha proseguito Lipera. “Presenterò al procuratore Zuccaro un’istanza – ha aggiunto – affinché, completate queste indagini, rappresenti tutto al procuratore generale della Corte d’Appello di Catania perché chieda alla Corte d’appello di Messina di procedere alla revisione”. >> Le breaking news