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Oms, Ranieri Guerra indagato: “Mi fanno fare la parte del mostro”

12/04/2021 11:13

Oms, Ranieri Guerra indagato. La Procura di Bergamo ha recapitato un avviso di garanzia a Ranieri Guerra, Direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Guerra è indagato per aver mentito ai pm, avendo negato di aver esercitato pressioni per la rimozione del piano pandemico italiano dal sito dell’Oms. Intervistato dal Corriere, Ranieri Guerra sostiene la sua innocenza: “Non fui io a rimuovere il dossier”.

ranieri guerra indagato

Le investigazioni

Il 5 novembre 2020 i pm ascoltarono Ranieri Guerra come persona informata sui fatti. L’inchiesta era partita dalle indagini condotte dai pm e da altri giornalisti, tra cui quelli di Report, sul piano pandemico nazionale, che non sarebbe stato aggiornato dal 2006. Secondo Guerra, il piano pandemico non andava aggiornato in quanto non c’erano state “variazioni epidemiologiche” o “indicazioni da parte dell’Oms di variazione del piano”. Per la procura bergamasca però nel frattempo erano sopraggiunte due nuove linee guida dell’Oms, nel 2013 e nel 2017. Oltre ai casi di l’influenza suina nel 2009 e la Mers nel 2012.

Ascoltato dai pm, Guerra disse di non aver mai mai esercitato pressioni per far eliminare dal sito dell’Oms lo studio effettuato dai ricercatori dell’organizzazione di stanza a Venezia che definiva “improvvisata e caotica” la gestione della pandemia in Italia. La ricerca sottolineava appunto il mancato aggiornamento del piano dal 2006. L’inchiesta della trasmissione Report ha però mostrato una mail inviata da Guerra al capo dei ricercatori veneziani, Francesco Zambon. A Zambon, il numero due dell’Oms intimava: “Stasera andiamo sui denti di Report e non possiamo essere suicidi. Adesso blocco tutto. Così non può uscire. Evitate cazzate”. E in effetti il 13 maggio il documento venne pubblicato, per poi sparire il giorno successivo.

Oms, Ranieri Guerra: “Non ho mentito”

“Non ho mentito, se è ciò di cui mi accusa la Procura di Bergamo”, si difende il numero due dell’Oms. “Sto preparando tutta la documentazione che consegnerò agli inquirenti: spero basti a chiudere, una buona volta, questa brutta storia”. Si dice molto amareggiato Guerra, interpellato dal Corriere. “Non capisco perché i magistrati abbiano deciso di agire in questo modo, anche perché fin da subito avevo dato loro tutta la mia disponibilità a un nuovo confronto”. Ranieri Guerra sostiene di non aver fatto pressioni per far sparire il report ‘Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al Covid’. “Non è così. E anche se avessi voluto, non avrei avuto il potere decisionale necessario a oscurare un documento pubblicato sul sito dell’Oms. È stata una scelta del direttore regionale Hans Henri Kluge (che ha responsabilità sull’Europa, ndr), che evidentemente ha ritenuto fosse opportuno farlo ritirare e non ripubblicarlo”.

“Mi fanno fare la parte del mostro”

Nel frattempo, il ricercatore del gruppo di stanza a Venezia Francesco Zambon si è dimesso, dopo aver denunciato forti pressioni da Guerra. “Mi dispiace per lui, non so perché abbia deciso di tenere questa linea nei confronti di un collega, quale sono io”, commenta Ranieri per il Corriere. “Francamente non conosco i veri motivi che lo stanno spingendo. So solo che ora mi ritrovo in questa situazione. Mi stanno facendo fare la parte del mostro, ed è davvero difficile riuscire a difendersi quando sui giornali trovo pubblicati documenti giudiziari che non conosco e di cui non ho neppure la disponibilità”.

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report documento oms

La Procura di Bergamo chiede chiarimenti all’Oms

I pm di Bergamo chiederanno chiarimenti all’Oms, presentando nella rogatoria i messaggi di Guerra in cui scrive “Alla fine sono andato su Tedros e fatto ritirare il documento”. L’Oms potrebbe non rispondere appellandosi all’immunità diplomatica. “Credo stiano preparando tutta la documentazione per collaborare con le autorità italiane, rispondendo alle richieste al fine di fare finalmente chiarezza”, commenta Guerra. E sui messaggi: “Sono frasi estrapolate dal contesto, purtroppo è un modo di fare che abbiamo già visto in diverse inchieste. In realtà fanno parte di un lunghissimo scambio di comunicazioni, ma evidentemente ne sono state prese in considerazione soltanto alcune“. >> Tutte le news di UrbanPost