Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre 2021 si passerà dall’ora legale all’ora solare. Durante la notte tra sabato e domenica potremo dormire un’ora in più: le lancette dell’orologio dovranno essere tirate indietro di 60 minuti, dalle 03 alle 02. Da qualche anno ormai si parla dell’abolizione del cambio dell’ora, ma per ora la questione è ancora in sospeso.
Ora solare 2021, quando spostare le lancette e quando verrà abolito il cambio orario
Sabato 30 ottobre quindi ci sarà il passaggio all’ora solare. In tal modo si avrà un’ora di luce in più la mattina, il pomeriggio invece, farà buio prima. L’ora solare resterà attiva fino all’ultimo weekend del mese di marzo 2022, ovvero fino alla notte fra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022, quando si rifarà il cambio.
Nell’agosto 2018 l’allora presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker annunciò che avrebbe abolito il cambio dell’ora. Dalla parte sua aveva i risultati di una consultazione pubblica: con 4,6 milioni di risposte, l’84% erano favorevoli all’interruzione dei cambi semestrali dell’ora. “Crediamo che in futuro l’ora legale dovrebbe essere in vigore tutto l’anno, ed è quello che accadrà”, aveva detto Juncker. Anche uno studio sui danni alla salute psico-fisica provocati dal cambio di orario, hanno evidenziato la validità della proposta di Juncker. I paesi europei avevano introdotto disposizioni sull’ora legale nel secolo scorso per risparmiare energia, in particolare in tempo di guerra o durante la crisi petrolifera degli anni ’70.
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Il cambio dell’ora ci sarà ancora
La proposta di Junker di mettere fine al cambio dell’orario ogni sei mesi ad oggi è in stallo al Consiglio dell’Unione europea, dove gli Stati non hanno ancora trovato un accordo. Con l’arrivo della pandemia la questione è passata in secondo piano e ancora non è tra le priorità del Consiglio Europeo. “Il Consiglio ha discusso la proposta per l’ultima volta nel dicembre 2019. Poiché la decisione sul cambio dell’ora ha così tante ramificazioni, molti Stati membri hanno ritenuto che sarebbe necessaria una valutazione d’impatto prodotta dalla Commissione prima di poter prendere posizione – spiega un funzionario Ue –. Un’altra questione che è stata spesso menzionata è stata la necessità di un coordinamento tra Stati membri confinanti, per evitare un mosaico di fusi orari diversi se rinunciassimo al sistema attuale”.>>Tutte le notizie