“La guerra è un controsenso della creazione. Nella Bibbia Dio crea uomo e donna. Ma poi arriva una guerra tra fratelli, uno cattivo contro un innocente, per invidia, e poi una guerra culturale. Subito vengono le guerre. È un antisenso della creazione, la guerra è sempre distruzione. Fare una famiglia, portare avanti la società è costruire, la guerra è distruggere”. Queste le parole di Papa Francesco a «Che tempo che fa» su Rai Tre. Nel corso dell’intervista concessa a Fabio Fazio il Santo Padre ha toccato più argomenti: dal problema dei flussi migratori alle guerre, dalla malattia nei bambini all’importanza della famiglia.
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Papa Francesco, l’intervista a “Che tempo che fa”: «La guerra un controsenso della creazione»
Le migrazioni, anzitutto, i «lager» in Libia e il trattamento «criminale» dei migranti, la Ue che deve «mettersi d’accordo» nella distribuzione e non lasciare tutto a Paesi come «Italia o Spagna», il Mediterraneo divenuto un «cimitero». E le tragedie come i 12 migranti trovati morti di freddo al confine tra Grecia e Turchia: “Questo è un segnale della cultura dell’indifferenza. Le categorie al primo posto in questo momento sono le guerre. La gente è al secondo posto. Ci sono categorie che importano e altre sono in basso: i bambini, i migranti, i poveri, coloro che non hanno da mangiare. Con un anno senza fare armi, si potrebbe dare da mangiare ed educazione a tutto il mondo. Vediamo come si mobilitano le economie e cosa è più importante oggi, la guerra: la guerra ideologica, di poteri, la guerra commerciale e tante fabbriche di armi”. Il Santo Padre ha poi aggiunto: “La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere, per andare avanti e tante fabbriche di armi”.
«I bambini malati? Se mi chiedete perché, non so rispondere»
A proposito delle famiglie Papa Francesco ha detto. “Serve vicinanza con i figli: quando si confessano coppie giovani o parlo con loro chiedo sempre: ‘tu giochi con i tuoi figli?’ A volte sento risposte dolorose: ‘Padre, quando esco dormono e quando torno pure’. Questa è la società crudele che allontana genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme padri e figli”. Infine qualche parola sui bambini malati. “Se mi chiedete perché, non so rispondere”. E ancora: “Dio è forte, sì, onnipotente nell’amore. Invece l’odio, la distruzione, sono nelle mani di un altro che ha seminato per invidia il Male nel mondo”.
Papa Francesco da Fazio: «La capacità di essere perdonato è un diritto umano»
“Oggi il male più grande della Chiesa è la mondanità spirituale. È il peggiore dei mali che può accadere alla Chiesa, peggio ancora dei papi libertini” e “fa crescere una cosa brutta: il clericalismo che è una perversione della Chiesa che genera la rigidità”, ha dichiarato il Santo Padre. Poi il diritto di essere perdonati: “Dio ci ha fatto buoni ma liberi, la libertà è quella che ci permette di fare tanto bene ma anche tanto male, siamo liberi. Siamo liberi e padroni di prendere le nostre decisioni, anche sbagliate. La capacità di essere perdonato è un diritto umano, tutti abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo il perdono. Abbiamo dimenticato che chi mi chiede il perdono ha il diritto di essere perdonato, se si ha qualche debito con la società va pagato ma col perdono. Il padre del figliol prodigo aspettava i figlio per perdonarlo”.
Papa Francesco da Fazio: «Volevo fare il macellaio»
Infine commenti legati alla sua persona: “Non guardo la televisione, no. Non la condanno ma non la guardo da anni”. Fondamentale per il Papa il «senso dell’umorismo»: “È una medicina. Io prego per avere il senso dell’umorismo, che ti fa gioioso, ti fa relativizzare le cose, ti fa tanto bene”. Papa Bergoglio ha poi svelato cosa voleva fare quand’era piccolo: “Quando andavo a fare la spesa con mia mamma e con mia nonna, vedevo che tutti pagavano il macellaio. E quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, dicevo: ‘Il macellaio, perché ha tanti soldi’. Questo è un po’ l’animo genovese che ho ereditato da parte di mia madre. Anche i piemontesi sono un po’ attaccati i soldi ma dissimulano… Più seriamente: ho lavorato tanto sulla chimica, la vocazione è arrivata a 19 anni quando stavo preparandomi a entrare nella facoltà di medicina. Ma la chimica mi aveva sedotto tanto, mi piaceva”. Leggi anche l’articolo —> Messa di Natale, Papa Francesco: «Dare dignità al lavoro dell’uomo, basta morti»
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