Paragone Italexit. Dopo il sondaggio pubblicato ieri dall’Istituto Piepoli che assegna un bacino di voti di quasi il 7% al nuovo partito di Gianluigi Paragone, oggi una nuova rilevazione fa discutere. Si parla ancora dell’ex senatore M5S e del suo cavallo di battaglia, “Italexit”. La parola d’ordine che negli ultimi mesi ha accompagnato la crescita del movimento anti-sistema che sta prendendo forma di partito politico. Alla guida un Paragone sempre più critico verso le politiche dell’attuale governo e verso la confusionaria ed inconsistente opposizione del Centrodestra.
Paragone Italexit, Libero: “88% sono favorevoli”
Un sondaggio, quello realizzato dal quotidiano Libero, del tipo “online”. Al momento non è ancora chiuso, per cui non è dato sapere quanti abbiano partecipato al voto. Il risultato è da prendere con le pinze, nel senso che non può offrire una reale rappresentazione dell’orientamento degli italiani sull’uscita dalla Ue. Per questa ci ha pensato Piepoli, facendo la domanda ad un campione rappresentativo basato sulla metodologia classica dei sondaggi demoscopici. Il sondaggio di Piepoli individua un 21% di italiani favorevoli a “Italexit”, di questi il 36% sarebbero attuali elettori del Centrodestra.
Ma quel 88% di sostenitori dell’uscita dell’Italia dall’Ue, pur non essendo rappresentativa dell’elettorato italiano, è un messaggio chiarissimo al centrodestra, area di riferimento della quasi totalità dei lettori del quotidiano di Vittorio Feltri. Le forze autenticamente anti-sistema piacciono. Paragone piace e convince una parte di elettorato sempre più ampia, che non pesca solo tra i delusi dal M5S.
Le contraddizioni del Centrodestra favoriscono le forze autenticamente anti-sistema
Una dato è certo, analizzato questo ed altri sondaggi degli ultimi giorni. L’opposizione confusionaria, parolaia e contraddittoria gode di sempre minori consensi. Il sondaggio online di Libero, pur non avendo una base scientifica, ha comunque la sua rilevanza se consideriamo che il giornale di Feltri ha qualcosa come 18 milioni di visitatori unici in mese (dati Comscore aprile 2020) e quell’88% a favore di un’uscita delle Italia dalla Ue sta facendo fischiare le orecchie a molti nel Centrodestra.
E’ in particolare Forza Italia, che con Tajani non ha mai smesso di difendere le scelte della Ue, dal Mes al recovery fund, che prende una “sberla” da questi numeri. Ma anche la Lega, con le sue contraddizioni e con una comunicazione sempre più confusionaria del suo leader Matteo Salvini, visibilmente appannato, rischia di pagarne conseguenze pesanti. I dati degli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto confermano, sia Lega che Forza Italia sono in flessione. A differenza di Giorgia Meloni, l’unica che nel Centrodestra pare avere la lucidità per comunicare un antieuropeismo convinto, a costo di uno strappo anche definitivo con l’ala moderata della coalizione.
Ora la discesa in campo di Paragone scompiglia ulteriormente le carte. E anche se non si tratta, come s’intuisce dagli atteggiamenti del suo leader, di una forza politica in cerca di alleanze, le forze politiche i cui elettorati si sovrappongono a quelli potenziali dell’ex senatore M5S devono cambiare marcia, pena la perdita un crescente declino di consensi. >> Tutte le notizie di politica