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Pensioni 2020, cosa cambia: possono bastare anche 56 anni, tutte le novità

03/01/2020 11:03 - Aggiornamento 03/01/2020 11:10

Pensione, quanti di voi sognano di andarci? Quota 100 sarà abolita? Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Come molti sapranno contro Quota 100 hanno puntato il dito quelli del Partito Democratico, mentre a suo favore si sono schierati il premier Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle, che continuano a difenderla, non tenendo forse conto di quanto quest’ultima gravi sulla spesa pubblica. Soltanto quest’anno, come indicato nel bilancio di previsione Inps 2020, saranno necessari ben 5,2 miliardi di euro. Ad ogni modo con buona probabilità Quota 100 (che consente a chi ha 62 anni di età e 38 anni di contributi di andare in pensione in anticipo rispetto ai 67 anni previsti dalla riforma Fornero) riuscirà ad arrivare alla sua scadenza naturale, dunque fine 2021.

Pensioni 2020

Pensioni 2020, cosa cambia: possono bastare anche 56 anni

Intanto però si è già al lavoro per pensare ai provvedimenti successivi. Tra le ipotesi più accreditate resta in piedi la proposta del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che in un’intervista a Il Messaggero ha dichiarato che la strada da percorrere è quella di uscite anticipate tarate sul grado di “gravosità” delle varie categorie lavorative e di incrementi dell’aspettativa di vita. Nel 2020 però si apre una nuova possibilità per i nati nel 1953. Uomini e donne, che raggiungeranno i 67 anni nel corso dei prossimi 12 mesi, potranno infatti andare finalmente in pensione. Oltre all’età, saranno sufficienti 20 anni di contributi. Come riporta Quotidiano Net in realtà, a seconda dei casi, potranno lasciare il lavoro anche i nati nel decennio che arriva addirittura al 1963-1964: ovviamente i requisiti richiesti sono più stringenti. 

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Tutto quel che c’è da sapere

Pensione anticipata secondo la riforma Fornero per i nati nel 1959-1960 se uomini o le nate nel 1960-1961, se donne, a prescindere dall’età, con 41 o 42 anni e dieci mesi di contributi rispettivamente. Vale a dire per coloro che hanno cominciato a lavorare a 18 anni. I nati nel 1957, che arrivano a 63 anni, raggiungono la soglia di accesso all’Ape social, che è stata prorogata per un altro anno. In questo caso però è necessario rientrare in una delle categorie disagiate (ossia disoccupati, coloro che assistono familiari disabili, persone con invalidità pari almeno al 74% e chi, con 36 anni di contributi, svolge lavori gravosi. I nati nel ’58 centrano in pieno Quota 100: ossia 62 anni più i 38 anni di contributi. Nel 2020 anche i nati nel 1959 possono andare in pensione in anticipo, a 61 anni e sette mesi di età, se rientrano nelle categorie dei lavoratori che hanno svolto attività usuranti o lavori notturni.

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