Si avvicina sempre di più l’elezione del successore di Sergio Mattarella. Il presidente della Camera, Roberto Fico, sentita la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha convocato il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, il prossimo 24 gennaio, per l’elezione del presidente della Repubblica. La partita del Quirinale è ormai nel vivo: tutti i leader, nessuno escluso, vogliono essere decisivi. Ognuno desidera far capire al proprio elettorato di avere un maggior peso politico dei rivali di turno. Su «La Stampa» Federico Capurso ha focalizzato l’attenzione sul capo del M5s, l’ex premier Giuseppe Conte, che nelle scorse settimane evocava una donna al Colle.
leggi anche l’articolo —> Formica: “In Draghi prevale la cultura del banchiere. È inadatto per il Colle”
Quirinale 2022, Conte tenta la “carta” Moratti per sbarazzarsi di Mario Draghi
«Fatico a capire il disegno di Letta. Prima ha rotto con noi attribuendo a Italia viva il fallimento sullo Zan che invece è stato un clamoroso autogol del nuovo Pd. Poi ha scommesso sul rapporto con la Meloni che ha risposto annunciando il voto per Berlusconi. Infine non si è accorto che Conte e Di Maio stanno litigando per capire chi sceglierà i pochi posti rimasti ai 5Stelle alle prossime elezioni. E in questa battaglia campale entrambi flirtano segretamente con Salvini lasciando Letta solo. Alla ripresa i Gruppi parlamentari del Pd composti da gente che conosce la politica aiuteranno il segretario a uscire dall’isolamento in cui si è cacciato. Altrimenti, per la prima volta il Pd sarà ininfluente rispetto alla scelta dell’inquilino del Colle». Così ha detto Matteo Renzi nell’ultima intervista concessa a «Il Messaggero», commentando la condotta dei Dem e non risparmiando una stoccata all’avvocato del popolo Giuseppe Conte.
Il leader del M5s, che nelle scorse settimane proponeva una donna per il Colle, secondo un retroscena uscito su «La Stampa», starebbe valutando in realtà più opzioni, proprio per non trovarsi isolato. Conte avrebbe aperto “uno spiraglio sul nome di Mario Draghi e al tempo stesso sonda il centrodestra alla ricerca di un possibile punto di caduta”.
A votare il capo dello stato non sono i leader, ma i parlamentari
Come Federico Capurso scrive su «La Stampa» “l’apertura alla candidatura dell’attuale premier arriverebbe solo se venisse prima blindato un patto di maggioranza intorno al nome del suo successore”. In lizza ci sarebbero ovviamente due tecnici: Daniele Franco, il ministro dell’Economia, e quella della Giustizia Marta Cartabia. Un’ipotesi questa che in verità non dispiace nemmeno ai piani alti del M5s, perché “se alla fine per il Colle si convergesse su Draghi, non potremmo essere noi la forza politica che lo ha osteggiato con Cartabia potremmo rivendicare l’arrivo della prima donna presidente del Consiglio donna della storia repubblicana”. Facile a dirsi, meno che a farsi. Perché a votare il capo dello stato non sono i leader, ma i parlamentari. Il terrore quindi qual è? È che i grillini, spaventati all’idea del voto anticipato, si lascino contagiare e ripieghino su un Mattarella bis o altri nomi in circolazione in queste settimane.
Quirinale 2022, Conte e l’incontro segreto con Letizia Moratti
Conte ne è consapevole e starebbe lavorando per cercare una figura gradita. Difficile però trovare qualcuno che piaccia al M5s e anche al centrodestra. Sempre secondo quanto riportato da «La Stampa» il leader pentastellato è impegnatissimo (al pari di Berlusconi) in incontri e soprattutto lunghe telefonate. Recentemente pare che sia stata contattata da lui anche Letizia Moratti, la vice presidente della Regione Lombardia, che prima di Natale ha avuto un colloquio privato anche con un’altra leader, Giorgia Meloni. Un nome quello della Moratti, che potrebbe allontanare il “fantasma” di Draghi. Ma è alquanto “divisivo”. Non tutti i grillini pare siano disposti a votarla, ma non solo. Gli sherpa di Conte sarebbero già andati da Gianni Letta, “tessitore di ogni sogno politico di Silvio Berlusconi”, come scrive Capurso, e ne sarebbero usciti poco pimpanti. Le perplessità sono pure giustificate, il ragionamento di fondo è: come si possono garantire dei voti se Conte non è stato capace a far eleggere il capogruppo che voleva nemmeno al Senato? Leggi anche l’articolo —> Quirinale, Renzi: “Per Pd io la malattia e D’Alema la cura? Fervidi auguri”