“Sono dispiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo”. Due pesi e due misure: oggi Salvini porge il braccio a Luca Morisi, la testa della Bestia, colui al quale si possono riconoscere i meriti del successo social del leader della Lega, accusato di cessione e detenzione di sostanze stupefacenti. Per Salvini, Morisi è “un amico da aiutare”. Ma non pensava lo stesso quando andava a citofonare a quel ragazzo di Bologna, al Pilastro, proprio nel mezzo della campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna. Perché? Perché per Salvini questa storia, il caso Morisi, è stata portata a galla solamente per mettergli i bastoni tra le ruote alle amministrative. Insomma: in questo caso il problema non è la droga, ma la politica.
Salvini e il caso Morisi: “Chi gli restituirà la dignità?”
Praticamente per Salvini il garantismo esiste solo quando deve tutelare i suoi uomini e il suo partito. E lo ha dimostrato bene negli anni: dal caso Cucchi alla citofonata a Bologna, il leader della Lega è sempre stato il primo giustizialista. Ora che i riflettori sono puntati su uno dei suoi uomini più importanti, invece, bisogna andarci con i piedi di piombo. “Sono spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo”, ha detto. “Non conosco la vicenda, sono vicende personali. Luca è una gran brava persona, un amico. Ci sono giornalisti che sbattono il mostro in prima pagina. Se poi la settimana prossima uscirà, come sono convinto, che il dottor Luca Morisi non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la dignità? Chi gli chiederà scusa?“.
Il discorso di Salvini nei confronti di Morisi non fa una piega. E c’è anche da sottolineare che, forse per la prima volta, i media stanno trattando la questione con un inusuale rispetto. Proprio come un’indagine dovrebbe essere affrontata. Nonostante questo, però, per Salvini il caso Morisi non è altro che un attacco alla Lega, proprio in piena campagna elettorale. Un problema che si aggiunge agli scontri con Giorgetti.
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Salvini: “E’ un attacco gratuito alla Lega”
“Per me chi vende droga vende morte”, ha dovuto commentare Salvini per non tradire se stesso e i suoi elettori. “Su questo spero che nessuno abbia dubbi. Chi consuma droga sbaglia e va aiutato, curato. Ma tirare in ballo il discorso politico, che non c’entra nulla con il partito perché lui risponderà a se stesso e alla sua coscienza… E’ un attacco gratuito alla Lega a 5 giorni dal voto. In un Paese civile prima di condannare qualcuno, prima di sputtanare qualcuno si aspetta che sia la giustizia a fare il suo corso. E faccio un esempio. Per mesi le prime pagine dei giornali hanno parlato dei fondi russi, Salvini ha preso i soldi dalla Russia, scandali, inchieste intercettazioni. E il risultato dopo anni di infamie: zero. Se tutti attaccano solo la Lega, siamo gli unici che danno veramente fastidio a un sistema che vorrebbe portare indietro l’Italia.
Se Luca ha sbagliato nella sua vita privata sono il primo a dirgli: “Ma che diamine hai fatto? Ma perché? Però è una vicenda privata. Io non mi sono mai permesso di commentare le vicende del figlio di Grillo o degli amici di Conte o di qualche altro politico di sinistra. Io mi fermo davanti all’uscio di casa”, ha dichiarato inoltre.
Salvini e le comunali di Roma: “Non si riparte dai salotti di Calenda”
Il terremoto all’interno della Lega, comunque, non si conclude con il caso Morisi. C’è anche la questione del ministro Giorgetti. “Non ho molto tempo per leggere le interviste, poi ho visto che Giorgetti ha smentito. A Roma Michetti è una persona competente e per ripartire bisogna farlo dalle periferie e non dai salotti di Calenda. Roma è Tor Bella Monaca, Rebibbia, è Ostia. Roma è stupenda, ma è stata trascurata in questi anni di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle”, ha commentato replicando all’intervista nel quale Giorgetti aveva bocciato la scelta del candidato del centrodestra a Roma favorendo, al contrario, Carlo Calenda.
Ma qual è la verità di questo scontro? Che probabilmente si sta già iniziando a parlare delle prossime elezioni, sia quelle del presidente della Repubblica che del presidente del Consiglio, soprattutto del caso in cui Draghi dovesse trasferirsi al Quirinale. In uno scenario di questo tipo, infatti, non si esclude che Giorgetti potrebbe essere quotato come nuovo Premier, viste le sue competenze in ambito economico. E la cosa spaventa già Matteo Salvini. >> Tutte le notizie di UrbanPost